L’ITALIA TORNA IN STATO D’EMERGENZA (MA IL COVID NON C’ENTRA)

L’Italia per 3 mesi sarà in “stato di emergenza”. Nuovamente. Questa volta però, va detto, il Covid-19 non c’entra nulla: nell’ultimo “Decreto Ucraina” approvato lo scorso venerdì, il Governo Draghi ha varato un nuovo stato d’emergenza con misure urgenti per la crisi in Ucraina. La “terza guerra mondiale” scatenata dalla Russia di Putin, con l’invasione dell’Ucraina in corso da 4 giorni ormai, ha visto una netta e dura reazione da parte dell’intero mondo occidentale, anche se con provvedimenti spesso difformi all’interno della stessa Europa e che con difficoltà negli ultimi vertici Ue si sta cercando di “uniformare” (dagli aiuti militari alla chiusura dello spazio aereo per voli russi fino alle sanzioni contro Mosca).



«Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza per intervento all’estero in conseguenza degli accadimenti in atto nel territorio dell’Ucraina», si legge nel comunicato reso noto ieri da Palazzo Chigi. Uno stato d’emergenza dunque non più dovuto alla pandemia Covid – quel provvedimento scade infatti il 31 marzo prossimo e non sarà prorogato, come garantito dal Premier Mario Draghi – bensì legato alla straordinaria situazione nell’Est Europa: «L’adozione del provvedimento è necessaria al fine di assicurare il concorso dello Stato italiano nell’adozione di tutte le iniziative di protezione civile anche attraverso la realizzazione di interventi straordinari ed urgenti a supporto delle operazioni di soccorso e assistenza alla popolazione interessata, interventi da svolgersi durante lo stato di emergenza».



COSA CAMBIA CON IL DECRETO UCRAINA

Sono principalmente tre gli interventi d’urgenza presidente al Governo all’interno del Decreto Ucraina che legano l’Italia ancora per 3 mesi in stato d’emergenza: viene autorizzato l’invito di soldati e mezzi militari sul fronte orientale della Nato; stanzia poi fondi per aiuti umanitari in Ucraina; infine, rafforza nel periodo del conflitto «l’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri per la tutela degli italiani all’estero» e la Protezione Civile «che potrà intervenire anche in Ucraina in caso di emergenze umanitarie». 3 mesi di durata, 3 milioni di costo assicura Palazzo Chigi: «Per tale primo intervento sono stati stanziati tre milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali, che comprendono, al netto di quanto sarà rimborsato dall’Unione europea, gli oneri che verranno sostenuti per il trasporto, il dispiegamento e il reintegro dei materiali». Nello specifico, sul fronte militare il Decreto Ucraina – che dovrà ricevere l’ovvio via libera del Parlamento – dispone l’invio di «250 soldati in Lettonia, di 130 soldati e 14 aerei per il pattugliamento aereo in Romania e di 2 navi, più un aereo, con 235 marinai per il pattugliamento del Mar Nero» (fonte “la Repubblica”). Non solo, verranno impiegate anche le “forze ad alta prontezza”, che constano di 1.350 soldati, 77 mezzi terrestri, 2 navali e 5 aerei. I soldati italiani previsti in partenza, per il momento, non superano quota 1.970 mentre il Governo autorizza anche l’invio di materiale militare “non letale” come armi anti-carro e missili terra-aria. Nel frattempo è previsto per la giornata di lunedì 28 febbraio un nuovo Consiglio dei Ministri per aiuti militari all’Ucraina oltre ad ulteriori interventi per il caro energia indirettamente conseguente al conflitto in corso tra Mosca e Kiev. Nel recente colloquio telefonico che ha posto fine al “malinteso” tra i due leader, Draghi all’omologo Zelensky ha ribadito che «l’Italia appoggia e appoggerà in pieno la linea dell’Unione Europea sulle sanzioni alla Russia, incluse quelle nell’ambito SWIFT. Il Presidente ha detto che l’Italia fornirà all’Ucraina assistenza per difendersi».

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