STATO DI DIRITTO ITALIA 2022, RELAZIONE UE ELOGIA LE RIFORME
«Nell’ambito degli impegni del Piano italiano per la ripresa e la resilienza, sono state adottate ampie riforme della giustizia civile e penale, attese da tempo, volte a migliorare la qualità e l’efficienza del sistema giudiziario»: è molto positivo l’ultimo rapporto della Commissione Ue sullo “Stato di diritto 2022” per il nostro Paese, elogiativo dell’operato del Governo Draghi e della Ministra Marta Cartabia. «L’Italia sta conducendo una riforma della giustizia su larga scala: alcuni buoni esempi sono le riforme della giustizia civile e penale per migliorare l’efficienza della giustizia», è il commento altrettanto positivo del Commissario Ue alla Giustizia Didier Reynders in merito alla relazione annuale sugli sforzi e i risultati ottenuti dai singoli Paesi in merito allo Stato di diritto.
Da anni ormai il rapporto sulla “Rule of Law” prevede che l’Unione vigili sui sistemi giudiziari, sui sistemi anticorruzione, sul rispetto dei diritti fondamentali e predispone un rapporto per ogni Stato dell’Unione. In tutto 35 pagine dove vengono elencate le diverse azioni intraprese dall’Italia negli ultimi 12 mesi, specie sul fronte «digitalizzazione, le assunzioni di magistrati e del personale amministrativo, l’istituzione e all’operatività dell’Ufficio per il processo, le riforme del processo civile e del processo penale, a lungo attese, e del CSM, con particolare rilievo al sistema elettorale e alle porte girevoli». Il rapporto della Commissione Europea elogia da vicino gli «enormi sforzi compiuti dall’Italia» dopo l’’invio dei progetti contenuti nel PNRR: «sono in corso di attuazione misure specifiche volte a supportare i giudici. (…) Queste misure – scrive la Commissione Ue – insieme alla prossima legislazione di attuazione, intendono affrontare le gravi sfide legate all’efficienza del sistema giudiziario, compresi gli arretrati e la durata dei procedimenti».
RIFORMA GIUSTIZIA E PROCESSI PENALI: LE RACCOMANDAZIONI ALL’ITALIA
La relazione sullo Stato di diritto in Italia conferma di fatto il giudizio già molto positivo avanzato a febbraio dalla Commissione Ue in merito ai progetti presentati del PNRR, condizione di fatto stringente per l’erogazione della prima tranche di finanziamenti europei. Il report Ue chiede dunque di continuare il percorso intrapreso, in primis con i decreti legislativi di attuazione della riforma sul processo civile e penale (rispettivamente entro il 26 novembre e il 19 ottobre): sottolinea poi, in particolare, «l’importanza che assumono il monitoraggio sulle riforme del processo penale e l’attuazione delle deleghe contenute nella legge di riforma dell’ordinamento giudiziario». Tra le osservazioni fatte, le critiche principali riguardano invece la messa in pratica della riforma penale e le possibili implicazioni dirette. «Serve vigilare affinché la improcedibilità nei giudizi di appello e cassazione non determini la fine innaturale dei processi a causa dei problemi di inefficienza di alcuni uffici giudiziari», rileva ancora la Commissione Europea.
A tal proposito, il Ministero della Giustizia sul proprio portale online “GiustiziaNewsOnline” sottolinea di aver già messo in atto diversi meccanismi di monitoraggio: «Le nuove disposizioni in materia di giustizia penale mirano a migliorare l’efficienza e necessitano di un attento monitoraggio per garantire il mantenimento dell’efficacia del sistema giudiziario.[…] Per problemi di efficienza soprattutto a livello delle Corti d’appello, le nuove misure rischiano di incidere negativamente sui processi penali e in particolare su quelli in corso, che potrebbero essere automaticamente resi improcedibili. Sebbene siano previste eccezioni e siano in vigore norme temporanee, l’efficacia del sistema giudiziario penale richiede un attento monitoraggio a livello nazionale per garantire un giusto equilibrio tra l’introduzione delle nuove disposizioni e i diritti di difesa, i diritti delle vittime e l’interesse pubblico all’efficienza del procedimento penale. Per questi motivi, un comitato tecnico-scientifico istituito presso il Ministero della Giustizia è stato incaricato di monitorare la transizione graduale verso il nuovo regime». La Commissione Ue infatti nel suo report aveva inserito le preoccupazioni espresse da CSM e ANM sul nuovo sistema di valutazione di professionalità che potrebbe prestarsi – a malo regime – a condizionamenti sull’operato del giudice. Ecco in “pillole” le raccomandazioni formulate all’Italia su cui lavorare nell’immediato futuro:
– Continuare gli sforzi per migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione del sistema giudiziario, in particolare per i tribunali penali e le procure
– Proseguire le operazioni efficaci della polizia e della procura contro la corruzione ad alto livello, anche migliorando la digitalizzazione e l’interconnessione dei registri.
– Adottare regole complete sul conflitto di interessi e regolamenti sul lobbismo per stabilire un registro operativo del lobbismo, che includa un’impronta legislativa.
– Affrontare efficacemente la pratica di convogliare donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento di partiti e campagne.
– Introdurre tutele legislative e di altro genere per riformare il regime sulla diffamazione, la tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, tenendo conto delle norme europee sulla protezione dei giornalisti.
– Aumentare gli sforzi per istituire un’istituzione nazionale per i diritti umani tenendo conto dei principi di Parigi delle Nazioni Unite