SILERI E COSTA ‘PRESSANO’ IL MINISTRO SPERANZA

Ieri Pierpaolo Sileri, oggi Andrea Costa: i due sottosegretari al Ministero della Salute “pressano” l’ala più “rigorista” del Governo (che comprende il loro stesso Ministro Roberto Speranza) per far terminare lo stato di emergenza senza più prorogarlo oltre al 31 marzo 2022.



L’orientamento già fatto intuire da dichiarazioni passate del commissario Figliuolo e dello stesso Premier Mario Draghi viene ripreso dal sottosegretario alla Salute oggi a “Radio Anch’io” su Rai Radio1: «Stiamo lavorando allo stop dello stato di emergenza al 31 marzo. La pandemia ci ha insegnato che è difficile fare previsioni a lungo termine, ma i dati in questo senso sono positivi e ci auguriamo che continuino e dobbiamo continuare con le terze dosi». In merito alla quarta dose del vaccino, il sottosegretario spiega che una vera decisione ancora non è stato presa e comunque non è prevista a breve; sulla durata invece del Green Pass, in attesa del nuovo Decreto Covid in arrivo domani in CdM, «illimitata per chi ha tre dosi? È una scelta che la politica deve fare basandosi sulle indicazioni scientifiche». Ieri il Governo ha prorogato l’obbligo di mascherine all’aperto fino al 10 febbraio ma non dovrebbe essere prolungato ulteriormente: «Credo che ci possano essere le condizioni, sarebbe un segnale di fiducia nei confronti degli italiani, che dopo 2 anni di restrizioni e sacrifici e dopo essersi vaccinati, abbiano bisogno di segnali positivi». Sul fronte tamponi, occorre poi un ragionamento sull’uso eccessivo fatto fino ad oggi: conclude Costa, «Io credo che dobbiamo arrivare a riservare il tampone per chi ha sintomi. Se l’obiettivo è arrivare a una fase endemica di convivenza con il virus, credo che questo non può che essere il risultato».



STOP STATO D’EMERGENZA, IL PARERE DEGLI ESPERTI

Altro importante intervento sul tema delicato della fine dello stato d’emergenza arriva dall’esponente del Cts, Fabio Ciciliano: all’ANSA sottolinea come con i numeri attuali in discesa, occorre una ripresa della normalità il più possibile generalizzata. «Dopo due anni i sistemi messi in campo per la gestione complessiva della pandemia possono essere ricondotti ad una gestione ordinaria», spiega il medico e componente del Comitato tecnico scientifico. Ciciliano parla di «fase di regressione dell’epidemia e non espansiva» osservando anche gli ultimi numeri dell’Iss: detto questo, sulla fine dello stato d’emergenza la scelta è in ultima analisi politica, «io faccio il tecnico e da questo punto di vista posso esprimere solo un giudizio tecnico». Per il virologo e direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, prof. Matteo Bassetti, l’indirizzo dato da Sileri e Costa va sulla giusta linea: «Il buon senso ci dice che dopo due anni lo stato di emergenza è giusto che finisca e che si torni a vivere come facevamo prima. Io vorrei che si passasse dalla fase in cui ci si riempie la bocca sulla convivenza con il virus a quello in cui lo si fa veramente. Perché un Paese che ha una buona parte dei bambini delle scuole elementari in Dad, per contatti con un compagno che aveva un raffreddore, non sta convivendo con Covid».

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