Per il 79,9% dei ragazzi lo Stato non fa abbastanza per i giovani e investe troppo poco nelle nuove generazioni, senza ritenerle una priorità. Lo svela la consultazione pubblica ‘Il futuro che vorrei’ promossa dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, che ha coinvolto oltre 6.500 ragazzi tra i 12 e i 18 anni e che ha mostrato come i giovani reputino che lo Stato privilegi gli anziani e le persone con un buon tenore di vita.



I ragazzi percepiscono i decisori politici come distanti e poco attenti alle loro esigenze. Infatti, per il 21, 9% dei giovani che hanno partecipato alla consultazione pubblica le politiche giovanili sono un tema fondamentale di cui dovrebbero occuparsi i governi, mentre il 20,9% indica l’istruzione come una priorità. Il 17,4% ritiene che l’esecutivo debba occuparsi dei cambiamenti climatici, il 12,5% pone l’accento invece su politiche sociali e povertà. Infine, il 71,6% dei ragazzi ritiene che non tutte le persone abbiano le stesse opportunità. Si tratta solo di una parte dei risultati presentati da Carla Garlatti, rappresentante l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, a Roma. Risultati che mostrano con chiarezza come le giovani generazioni esprimano la volontà di essere ascoltate e prese sul serio dalla politica e dai governi, che a loro avviso sembrano invece disinteressarsi alle loro esigenze e non li considerano una priorità della politica.



Garante adolescenza, “giovani hanno fiducia nel futuro, ma non in Italia”

Una consultazione pubblica svela che i ragazzi ritengono che lo Stato investa troppo poco sui giovani, dando priorità agli anziani e alle persone con un buon tenore di vita. Ciononostante, le nuove generazioni hanno mostrato l’intenzione a non rinunciare all’impegno politico e a conservare fiducia nel futuro e nella possibilità di cambiare le loro vite. Tuttavia, questo ottimismo sembra non trovare posto nella Regione di residenza o in Italia. Il 27,6% dei partecipanti si è dichiarato molto convinto dell’esistenza di canali e modalità per far sentire la propria voce, mentre il 41% ha preferito definirsi “piuttosto convinto” di tale possibilità.



Questa consultazione pubblica a cura dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha dunque messo in luce, secondo i risultati presentati, come i ragazzi non si sentano una priorità per lo Stato, dal quale vorrebbero più attenzione, investimenti sul loro futuro e sulla loro formazione, ma anche maggiore ascolto delle loro esigenze.