Una statua raffigurante la Madonna è stata decapitata e presa a calci sul monte Comer a Gargnano, in provincia di Brescia: un atto vandalico del tutto immotivato e inaccettabile, che è stato scoperto in via del tutto casuale da Fiorenzo Bertolotti, istruttore nazionale presso la scuola alpinismo Prealpi di Arco, in Trentino. Il 68enne risiede da circa tre lustri nella frazione collinare di Zuino e nel corso di un’escursione in loco si è imbattuto nel simulacro divelto.



Questo il suo racconto ai microfoni della testata giornalistica “Brescia Oggi”: “È stato davvero un colpo tremendo arrivare in vetta ieri poco prima di mezzogiorno e trovare un atto vandalico del genere. La statua raffigurante la Madonna era stata in pratica divelta brutalmente a calci dal suo basamento ai piedi della croce che sovrasta il lago e decapitata”. A quel punto, Bertolotti ha provato a mettersi sulle tracce del capo della statua, non riuscendo però a rinvenirlo, nonostante le sue ricerche approfondite: “Ho provato a guardare se fosse nei paraggi, ma inutilmente. Probabilmente gli autori dell’atto vandalico l’avranno gettata nel baratro. Sono episodi inquietanti questi, che rattristano, specchio di una società che sta perdendo di vista i valori. Qualche giorno fa ero salito ed era tutto in ordine”.



STATUA MADONNA DECAPITATA NEL BRESCIANO: NON È LA PRIMA VOLTA

L’escursionista ha inteso non presentare denuncia contro ignoti, avvisando invece il parroco di Gargnano, don Carlo Moro, dell’accaduto. Come scrivono ancora i colleghi di Brescia Oggi, un episodio del tutto simile a questo si registrò negli anni passati sulle montagne del Comune di Tremosine, dove ignoti avevano danneggiato una statua, gettando poi la testa della Madonna tra le rocce. Un atto a cui alcuni rocciatori posero rimedio mediante il ricollocamento tra le rocce della statua.

Intanto, però, tra i residenti di Gargnano aleggia un clima di disapprovazione e di amarezza: “Chi commette questi gesti spesso non si rende conto della gravità. Spesso si tratta di adolescenti che andrebbero educati forse un po’ meglio dai genitori”.