Un documento frutto di accordo fra le organizzazioni sindacali di settore di Cgil, Cisl e Uil ed Enel appare come primo esempio di un possibile sviluppo di nuove relazioni che non riguardano solo la realtà interna all’azienda, ma si aprono all’ecosistema entro cui essa opera e agisce.

Già il titolo, Statuto della persona, protocollo per la valorizzazione della persona nell’impresa, segnala una volontà nuova con cui affrontare i temi del lavoro. È partendo da analisi e valori condivisi che tutti i sottoscrittori del documento pongono le basi per un’ampia riflessione e per individuare azioni e strumenti conseguenti.



Si parte da un’affermazione forte sul lavoro. Anche nell’ambito delle profonde trasformazioni in corso, pur in presenza di una transizione epocale è il lavoro, affermano nelle premesse, che può diventare l’esperienza con cui l’individuo manifesta la propria possibilità di contribuire al benessere della società. Per fare ciò occorre lavorare alla creazione di un ecosistema dove l’altro diventa un valore per te, dove pensarci reciproci e porre al centro dell’agire la finalità del bene comune per generare opere che, proprio perché pensate per sopravviverci, ci riportano al senso del fare, al significato del lavoro.



In questo ambito trovano valorizzazione i contributi di tutti e si punta a costruire il percorso di un sistema io-noi-comunità-ambiente. L’esperienza dell’ultimo periodo ha riproposto con forza che nessuno basta a se stesso. Le profonde trasformazioni che riguardano la decarbonizzazione e i cambiamenti del nostro sistema energetico spingono a una presa di coscienza nuova sul ruolo che tutti dovranno esercitare per contribuire a un passaggio epocale degli stili di vita.

La valorizzazione del lavoro e dell’ambiente in cui svolgerlo con piena coscienza del valore di tutti crea le condizioni di una nuova e più cosciente partecipazione dei singoli e delle forme collettive di partecipazione alle scelte che si dovranno compiere. Le stesse organizzazioni sindacali scommettono così che è nell’accettazione piena delle sfide e nell’assunzione di nuove responsabilità che loro stessi diventano luoghi di promozione di benessere, sicurezza e formazione.



A queste premesse di principio si aggiunge la definizione dei confini dell’agire dell’accordo. Un impegno che mette al centro la persona nel suo agire lavorativo deve obbligatoriamente riguardare anche tutti i mondi che contribuiscono al fare del sistema impresa. Fornitori, subappaltatori e collaboratori esterni devono avere le stesse opportunità. Non vi possono essere nello stesso ambito di intervento aree con tutele differenziate o lavori trattati con diversa dignità.

Una prima parte delle proposte si concentra sulla formazione finalizzata a mantenere un’alta occupabilità per tutti i lavoratori lungo tutta la durata della vita lavorativa. L’offerta di adeguata formazione e di opportunità per acquisire nuove competenze è vista come base per un impegno complessivo verso aumenti di produttività. L’impegno è però quello di favorire la crescita delle competenze dei singoli e si propone di creare un’Academy di formazione aperta ai lavoratori del settore coinvolgendo tutte le filiere produttive e rivolta anche a svolgere compiti di politica attiva coinvolgendo le fasce deboli del mercato del lavoro e disoccupati per offrire nuove opportunità occupazionali.

Per facilitare questo impegno si sottolinea l’importanza di attuare tirocini formativi (portandoli a essere reali contratti di lavoro), ma soprattutto si individua nello sviluppo di inserimenti tramite contratti di apprendistato basati sul sistema duale il percorso per aumentare l’ingresso di giovani nel sistema aziendale. 

Sul sistema duale, i nuovi percorsi formativi d esso collegati, sul sistema di Academy e ITS il documento entra anche nel merito proprio perché si vogliono porre le basi per azioni concrete che vedano l’impegno di tutti gli attori aziendali. Il prendersi carico dei problemi concreti fa sì che molte posizioni ideologiche presenti nelle piattaforme sindacali generaliste (si vedano le prese di posizione contro il sistema duale e l’alternanza scuola lavoro) vengono qui superate con proposte di innovazione che potrebbero essere base per interventi di riforma e sburocratizzazione anche per il sistema della formazione professionale nazionale e di molti sistemi regionali.

Il documento affronta poi il tema dell’ambiente di lavoro perché vengano abbattute tutte le barriere che possono limitare la libertà e la crescita delle persone. Sia con le misure per la conciliazione dei carichi di lavoro e vita privata (con lavoro in presenza o a distanza), sia con il contrasto di ogni pregiudizio, a partire da quelli di genere, si punta a realizzare un ambiente inclusivo che tiene conto dell’unicità di tutti.

Sono queste le basi indispensabili per delineare una reale partecipazione di tutti alla dimensione collettiva indispensabile per sviluppare nuovi ambiti di dialogo sociale. Il modello del Comitato aziendale europeo di Gruppo viene individuato come la sperimentazione da avviare per una nuova fase del confronto fra tutti i soggetti collettivi aziendali.

Altra parte consistente posta a chiusura del documento è dedicata alla sicurezza del lavoro. Anche questo tema viene affrontato partendo dalla necessità di impegni comuni per la crescita della cultura della sicurezza. Si dedicano più passaggi a individuare strumenti che portino alla crescita della coscienza e della cultura individuale sull’importanza della tutela dei comportamenti di sicurezza che non l’elenco di misure coattive. Segno che vi è coscienza che è in una condivisione di impegni e momenti formativi che è possibile ottenere i migliori risultati.

In conclusione siamo di fronte a un documento importante, un esempio che può aprire una nuova fase degli accordi aziendali portando i livelli di condivisione della responsabilità sociale dall’impresa al complesso delle rappresentanze del lavoro dell’impresa, ma anche dell’ecosistema in cui è inserita. In un Paese con un sistema di imprese di piccola dimensione può essere un metodo perché, partendo dall’impresa di dimensioni più significative, si possa ramificare lungo le filiere produttive coinvolgendo tutti gli attori del sistema.

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