Stefania Craxi ha proseguito nel ricordo del padre Bettino asserendo: “era un uomo che aveva una curiosità impressionante verso l’altro, lui era curioso dell’umanità, delle debolezze dell’umanità”. C’è però un aspetto che la fa molto arrabbiare: “Mi fa molto arrabbiare quando sento dire che bisogna discutere di Craxi e riflettere. Su di lui oggi si sa tutto, si sa tutto anche la sua vita personale”. La senatrice ha quindi ricordato la grande arrabbiatura del padre quando lei ha cercato di farlo curare altrove: “lui mi diceva di non mancare di rispetto ai tunisini. Lo stesso chirurgo che lo ha operato ha raccontato che un infermiere doveva tenere ferma la lampada della sala operatoria da cui cadeva polvere. A pochi minuti dalla morte sono stati offerti i funerali di Stato con grande ipocrisia, ma da questa politica io aspetto risposte, io l’ho visto morire”, ha aggiunto. Stefania ha ricordato i momenti precedenti alla morte del padre: “mi disse di portargli un caffè, era riverso in una posizione innaturale, mi precipitai su di lui e tirò l’ultimo respiro, quel caffè non lo ha mai bevuto, iniziò a squillare il telefono e non mi ricordo altro”, ha chiosato. Quindi ha parlato della fondazione nata 4 mesi dopo la sua morte “per un moto dell’animo, volevo fare una battaglia per restituire onori e meriti a quell’uomo, oggi credo che il muro di Bettino si stia sgretolando”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“GELOSA DI PAPÀ BETTINO PERCHÈ ERA FACILISSIMO SEDURLO”

Stefania Craxi, senatore della Repubblica, intervistata da Mara Venier a Domenica In ha subito voluto ricordare il padre, Bettino Craxi, che la conduttrice ha definito suo amico. “Lui quando rifletteva sui suoi errori, una volta mi disse di aver dato fiducia a persona che non lo meritavano”, ha spiegato. Un filmato ha ripercorso l’intervista che il padre fece con Fabrizio Frizzi: “Non ci voleva andare! E’ una bellissima intervista”, ha commentato Stefania. “Sarà stato un bambino mistico ma finì in collegio per aver rotto con una pietra i vetri della casa del fascio”, ha ricordato Stefania.La donna ha spesso detto che ‘la politica è una signora che si è sempre seduta al nostro tavolo’: cosa significa? E’ stata la stessa a spiegarlo oggi a Domenica In: “significa che la politica è stata per mio padre totalizzante, occupava giorno e notte. Noi la sera parlavamo di politica, i miei compleanni erano scanditi da campagne elettorali, elezioni…”. A suo dire, era la politica a sedere a tavola nella loro famiglia, “se volevi un rapporto con quell’uomo dovevi entrare nel suo mondo”. Ma che papà è stato Bettino? “Non mi è mancato il padre, è stato un padre grandissimo con l’esempio, era difficile il suo ruolo, aveva un tratto di durezza caratteriale descritto erroneamente come arroganza ma in realtà era timidezza”. Lei si è detta gelosissima di suo papà “perchè era facilissimo sedurlo, impossibile tenerselo, ci è riuscita solo mia mamma con una capacità di amore e perdono che ancora le invidio”, ha aggiunto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



STEFANIA CRAXI OGGI A DOMENICA IN

Stefania Craxi oggi sarà protagonista a Domenica In: la senatrice di Forza Italia a tutto tondo tra carriera e vita privata, ma soprattutto sul rapporto e sulla figura del padre Bettino Craxi. Come vi abbiamo raccontato, negli scorsi giorni è uscito al cinema Hammamet, nuovo film di Gianni Amelio sugli ultimi mesi di vita dell’ex presidente del Consiglio, e c’è grande curiosità per conoscere il suo pensiero a riguardo. Intervistata da Radio Cusano Campus, la Craxi ha commentato: «Non è un grande affresco storico-politico, è un film intenso che racconta una tragedia umana prima ancora che politica. Ricorda gli stilemi della tragedia classica, come ricordato da Favino». L’esponente di FI ha poi sottolineato: «La verità solitamente è più dura della fantasia, ma un po’ di quella tragedia Amelio ha saputo riportarla, mi auguro che questo film riesca a far riflettere. Io ritengo che questo Paese abbia cercato per molti anni di rimuovere questa grande tragedia repubblicana, quindi rompere l’oblio è una buona cosa. Poi, però, bisogna riflettere su cosa è successo in quegli anni», ed in tal senso ha citato l’ingiustizia nei confronti di Bettino Craxi e la distruzione di un sistema politico.



STEFANIA CRAXI: “HAMMAMET? FAVINO DA OSCAR”

«Vorrei che gli italiani riflettessero», ha poi aggiunto Stefania Craxi ai microfoni di Radio Cusano Campus, evidenziando: «L’esilio per un uomo che ha lavorato per il suo Paese e che muore senza poterlo rivedere è una cosa di una durezza impressionante». L’azzurra ha sottolineato di non potersi ritenere soddisfatta per questo film, aggiungendo di prediligere un film più politico, che concentrasse l’attenzione «sulle motivazioni di quell’esilio». Il film, girato nella villa di Bettino Craxi ad Hammamet, vanta una performance eccellente di Pierfrancesco Favino: «Ha dato una prova da attore degna dei migliori attori americani: dovrebbe vincere l’Oscar al miglior attore per questa interpretazione che è impressionante. Più che il timbro della voce, mi ha impressionato la gestualità: il carattere lo coglie in certi momenti, in particolare nella seconda parte del film. Mio padre aveva un tratto di durezza che nascondeva una timidezza, ma non è mai stato arrogante. Aveva anche degli scatti d’ira, ma arroganza mai».

STEFANIA CRAXI: “MIO PADRE BETTINO, STATISTA CON TUTTI I SUOI ERRORI”

Stefania Craxi ha poi parlato ai microfoni di Famiglia Cristiana, parlando del Bettino Craxi politico ma non solo: «Perchè non lo chiamo papà? Per tre motivi. Il primo è che lo difendo perché è stato Craxi nella storia di questo Paese è non perché è stato mio padre: per me è una battaglia politica, non familiare; il secondo motivo è che chiamarlo così mentre ne parlo mi serve a mettere un po’ di distanza emotiva da lui; il terzo è che per me è stato il capo della mia comunità politica, quella socialista. La politica è stata sempre con noi. La sera ad Hammamet non parlavamo di quale film vedere in Tv, ma delle ultime notizie dalla politica». Poi sul rapporto che aveva con lui: «È stato un grande padre con il suo esempio. Nella quotidianità, invece, è stato difficilissimo relazionarsi con lui. Non conoscendo questa dimensione, non avendo idea che una bambina sia diversa da un’adolescente, quando interveniva spesso aveva lo stesso effetto di un elefante in una collezione di cristalli. Però ricordo anche gesti di grande tenerezza».