Il cinema, la storia con Gino Paoli e l’infanzia dalle suore. Sono alcuni degli argomenti che Stefania Sandrelli affronta nell’intervista rilasciata al Corriere. Una chiacchierata durante la quale svela il motivo per il quale sua figlia Amanda porta il suo cognome e non quello di suo padre. “Il nome di nostra figlia lo aveva scelto Gino e non ero d’accordo, – ha ammesso l’attrice, spiegando – perché una mia compagna molto violenta con me si chiamava proprio Amanda: tutte le volte che aspettavamo l’autobus insieme per andare a scuola, mi prendeva a cartellate in testa, mi rintontiva! All’inizio subivo, ma poi mi ribellai, gliene ho date altrettante e si è tolta il vizio.”



L’idea però è cambiata: “venni convinta da Gino: Amanda suonava come il gerundio di amare, era bello. Siccome però aveva deciso lui il nome, io decisi il cognome Sandrelli, punto e basta”. D’altronde Amanda oggi, è per tutti infatti Amanda Sandrelli e non Paoli come suo padre.

Stefania Sandrelli e lo scandalo di Gino Paoli: “L’ho affrontato serenamente”

Donna forte e dalla grande determinazione, Stefania Sandrelli ammette che il suo coraggio nasce anche dall’essere “nata e cresciuta in una tribù, una famiglia piena di maschi, ho imparato da loro.” Grazie a questa esperienza, l’attrice, quando è rimasta incinta di Amanda da Gino Paoli (al tempo già sposato), “ho affrontato serenamente lo scandalo: stiamo parlando del 1964”, ha ricordato.



Rimanendo in tema di uomini, la Sandrelli rivela di non aver mai subito discriminazioni nel lavoro: “No, perché ho sempre avuto un caratterino ribelle. Per esempio con Pietro Germi, che mi ha trasmesso le basi fondamentali del mestiere, a volte ci scontravamo. Quando lui urlava durante le riprese io gli rispondevo strafottente: ahò! io faccio quello che posso, strilla di meno e fammi capire di più… e lui si calmava”, ha infine raccontato l’attrice.

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