Stefania Sandrelli tra le protagoniste del “Il Crimine non va in pensione” il film diretto ed interpretato da Fabio Fulco trasmesso martedì 23 giugno 2020 in prima serata su Raiuno. La pellicole, che vede tra i protagonisti anche Ivano Marescotti, Gianfranco D’Angelo, Gisella Sofio, Maurizio Mattioli, Gianmarco Tognazzi, Orso Maria Guerrini, Franco Nero, Giacomo Piperno, è una tipica commedia all’italiana ambientata in un centro per anziani. La Sandrelli interpreta Edda, una donna che viene ricoverata in ospedale a causa di un malore avuto dopo aver scoperto di aver perso tutte le sue ricchezze alle scommesse. Edda condividerà con i suoi nuovi amici le sue disavventure e saranno proprio loro a proporle di organizzare una rapina al bingo in modo da potersi riprendere tutto ciò che ha perso. Una commedia divertente che conferma ancora una volta il grandissimo talento e la versatilità di una delle attrici più brave del cinema italiano. Nonostante la fama, il successo e la popolarità però anche la Sandrelli durante i mesi di lockdown e quarantena ha lamentato il bisogno di lavorare per vivere.
Stefania Sandrelli: “Non vorrei dover bussare ai miei figli…”
Proprio così, anche un’attrice di fama nazionale come Stefania Sandrelli il lockdown imposto per via dell’emergenza sanitaria Coronavirus ha significato la perdita di lavoro e di conseguenza di guadagni. “La mia casa è la mia tana. Mi spiacerebbe doverla cambiare: lei non ci crederà, ma io ho bisogno di lavorare per vivere” – ha dichiarato l’attrice durante un’intervista rilasciata a La Repubblica. La Sandrelli ha poco dopo precisato: “per carità, non mi lamento, c’è chi ha più bisogno. Ma non sono una adolescente, ho appena perso tre lavori. Ho due, ma proprio due risparmi per la vecchiaia, ancora lontana. Non vorrei dover bussare ai miei figli sono sempre stata autonoma, amo mettere le buste con i soldini per i nipoti. Vorrei la tranquillità di una vita piacevole, con piccole gioie”. Questa pandemia hanno portato poi l’attrice a ricordare un’altro momento similare avvenuto nel 1956 quando con la sua famiglia dovette fronteggiare l’asiatica: “un ricordo brutto, l’avevo quasi rimosso, mi è tornato in mente in questi giorni. Ci ammalammo tutti, mia madre, il mio patrigno, mio fratello e la domestica”. Un ricordo che l’attrice ha ancora oggi e che ha raccontato così a La Repubblica: “malgrado la febbre altissima e i mal di testa, facevamo i turni per i letti, la pulizia. Ci salvava l’ironia da toscanacci, io e mio fratello scherzavamo dei nostri acciacchi. Oggi dico a figli e nipoti: sono qui viva e vegeta, per dare loro coraggio e speranza. È brutto vedere in tv la gente che soffre. Gli anziani mi sono sempre stati nel cuore, mamma raccontava che da bambina volevo portare a casa ogni vecchino incerto che incontravamo per strada”.