Stefano Accorsi introduce il concerto evento di Andrea Bocelli, rivolgendosi al pubblico di Raiuno: “Vi è mai successo di capire quanto siamo piccoli? Siamo piccoli eppure sogniamo il cielo, di prendere il volo. In realtà siamo piccoli così. Quando le emozioni ci prendono, ci ricordiamo che siamo fatti per camminare. Quando leggiamo un libro, spesso, leggiamo ciò che avremo voluto scrivere. Lo stesso con un film. Le emozioni della musica sono le ali che ci portano a questo: Andrea Bocelli ci invita a prendere il volo insieme a lui”. Dopo la presentazione Accorsi ricorda la filosofia ambientalista dello show “Tutto lo show è a basso impatto ambientale. Anche i vestiti sono elaborati con materiali di scarto della zona a conferma di quanto sia importante per noi questa filosofia”. (Agg.Jacopo D’Antuono)



Stefano Accorsi, narratore d’eccezione

Un narratore d’eccezione, per la serata speciale dedicata ad Andrea Bocelli e in onda sabato 14 settembre su Rai 1: chi? Be’, nientepopodimeno che Stefano Accorsi. Attore di professione, Accorsi prenderà per mano il pubblico e lo aiuterà a capire il significato delle arie d’opera eseguite al Teatro del Silenzio di Lajatico (Pisa). Attraverso racconti e aneddoti sconosciuti ai più, Accorsi tenterà di spiegare le composizioni più famose di Puccini, Verdi e Beethoven, servendosi, tra le altre cose, di delicate divagazioni poetiche. Serena Rossi lo affiancherà in questo compito, introducendo gli ospiti a partire da Matteo, figlio di Bocelli, per finire a Mika, star internazionale che farà risuonare sul palco note più pop.



La carriera di Stefano Accorsi

Di recente, Stefano Accorsi è stato avvistato sul red carpet del Festival del Cinema di Venezia, di cui è habitué da ormai alcuni anni. Questa volta ci è andato con la moglie Bianca Vitali, con cui ha anche avuto una figlio, Lorenzo, nato nel 2017. È un periodo d’oro per l’attore veneziano, coinvolto in diverse produzioni per il cinema e per la televisione. Lui non ha una vera preferenza, perché passa da un mezzo all’altro dimostrando grande versatilità: “In realtà ho cominciato la mia carriera con un film”, ha raccontato di recente a Radio Bicocca. “Il primo provino della mia vita in cui mi presero era per un film di Pupi Avati. Ho girato quel film, subito dopo ho frequentato la scuola di teatro e ho lavorato un po’ a teatro. Penso che la bellezza di questo mestiere sia fare tutto: cinema, televisione, teatro e anche la pubblicità. La prima volta che mi hanno riconosciuto per strada è stato per la pubblicità del Maxi Bon. Camminavo per strada a Bologna, stavo andando a teatro, da lontano vedo un ragazzo con una signora che probabilmente era sua mamma che viene in senso opposto e comincia ad indicarmi e quando mi arriva vicino comincia a ripetere Maxi Bon, Maxi Bon. Quindi la pubblicità mi ha dato la riconoscibilità, prima di girarla mi sono chiesto la faccio o non la faccio? E lì mi sono detto che questo è un mestiere in cui veramente solo facendo riesci a capire, il che non vuol dire fare tutto quello che ti viene proposto però vuol dire che se prevalentemente vuoi fare una cosa la devi fare”.



Sky, Rai e Netflix: il punto di vista di Stefano Accorsi

Stefano Accorsi è anche un grande esperto di (nuovi) media. Volendo mettere a confronto Sky, Rai e Netflix, Accorsi propone un nuovo modello di comunicazione, che li vede più vicini di quanto si pensi: “Netflix produce localmente molti film e serie tv e distribuisce poi mondialmente. Possiede una piattaforma che da un certo punto di vista è molto innovativa perché è facile da utilizzare e presente su qualunque device tu voglia. Mentre invece le televisioni tematiche come Sky piuttosto che le televisioni generaliste come Rai solo ultimamente hanno cominciato a creare questo asset produttivo molto più complesso, ad esempio con L’amica geniale. Sicuramente Netflix è stato un acceleratore per tante cose perché ha una facilità di uso che è ineguagliabile. Realtà come questa o come Amazon Prime secondo me scuoteranno soprattutto la concorrenza privata come Sky. La televisione generalista ha ancora un altro approccio, anche se l’applicazione di RaiPlay è fatta molto bene però ancora forse non ha la leggerezza di contenuti che possono avere piattaforme come Netflix. Quindi oggi in televisione, così come nei contenuti e nella forma, c’è un’evoluzione continua anche dal punto di vista della fruizione quindi non bisogna mai perdere di vista la concorrenza. Anzi Sky ad esempio ha creato una joint venture con Netflix Italia, quindi cerca sempre di stare al passo perché oggi la tecnologia va velocissima e si rischia proprio per quella, non tanto per i contenuti, di restare fuori dalla gara”.