Stefano Accorsi è, senza dubbio, uno degli attori italiani più apprezzati a livello internazionale. Un successo che il 48enne originario di Bologna ha saputo edificare con costanza e con il suo incontrovertibile talento. Teatro, cinema, la differenza c’è, ma non si vede. Le sue performance rasentano sempre la perfezione, tanto da farne uno dei nomi più richiesti dai registi più celebri. Su tutti, Ferzan Ozpetek, che, dopo “Le Fate Ignoranti” e “Saturno Contro”, ha voluto Accorsi come protagonista insieme a Edoardo Leo della sua nuova pellicola “La Dea Fortuna”, nella quale i due interpretano una coppia omosessuale, travolta dall’arrivo di due bambini dei quali devono prendersi cura malgrado la loro vita di coppia non vada a gonfie vele. Stasera gli attori saranno ospiti ai “Soliti Ignoti – Speciale Telethon” e, c’è da scommetterci, ci sarà spazio per parlare di questo lungometraggio, uscito nelle sale cinematografiche dell’intero Belpaese giovedì 19 dicembre. “L’amore tra Arturo e Alessandro – hanno dichiarato i Accorsi e Leo – è come quello tra un uomo e una donna. L’arrivo di bambini sconvolge sempre la coppia. Il film è stato un viaggio”.



STEFANO ACCORSI: QUELLO SPOT PUBBLICITARIO…

Magari non tutti se lo ricordano, ma la carriera di Stefano Accorsi cominciò a decollare a metà degli anni Novanta, quando in televisione passava lo spot pubblicitario del Maxibon, nel quale l’attore emiliano pronunciava la frase “two is megl che one”, una formula italo-inglese (con qualche miglioria grammaticale da apportare) di cui si è abusato in ogni contesto e che trova applicazione ancor oggi in svariati ambiti, anche fra le nuove generazioni. “All’epoca avevo 22 o 23 anni – ha dichiarato Accorsi a margine della presentazione del film ‘La Dea Fortuna’ – e ho imparato tantissimo. C’era una vera ironia e per la prima volta sono stato riconosciuto. La prima volta che ti riconoscono te lo ricordi per sempre”. A tal proposito, il suo collega di set Edoardo Leo ha commentato: “Quanto ti ho invidiato! Non ho mai fatto pubblicità e quando inizi ti pagano bene. Io avevo bisogno di soldi ed era un lavoro pure divertente. Ho ‘rosicato’. Mi offro, sono sul mercato”. In quello spot, Stefano Accorsi tentava, senza successo, di approcciarsi romanticamente a due giovani, soltanto in apparenza non italiane.



STEFANO ACCORSI E LE SERIE TV

In un’intervista concessa a Esquire, Stefano Accorsi ha inoltre parlato del progetto fin qui (a suo dire) meglio riuscito della sua carriera, ovvero le serie tv 1992, 1993 e 1994. La cosa che più mi ha divertito è stata giocare con i personaggi di finzione, che dicevano e facevano esattamente quello che desideravo. Questa triplice esperienza è riuscita a descrivere in maniera accurata e approfondita tre, importanti, anni di svolta per la politica italiana. Fu quello il periodo in cui celebrità e personalità della televisione, dell’imprenditoria, della pubblicità e della società civile emersero e si affermarono ai vertici dello Stato”. E ancora:È bellissimo raccontare una storia a cui tieni, specialmente quando si ottiene l’appoggio incondizionato di un produttore o di un editore. È bellissimo, è davvero un processo che mi piace e non posso più privarmene. Sto sviluppando un ulteriore progetto seriale unitamente a un’altra casa di produzione e altri sceneggiatori, ma tutto è ancora in divenire e sto valutando ogni dettaglio con la massima calma. Alla fine la tv ha uno specifico preciso e lo devi centrare bene”.

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