Tra sette giorni si apriranno le danze per l’elezione del Presidente della Repubblica e non mancano voci e indiscrezioni. Il Centrodestra, che può fare affidamento su un buon vantaggio numerico, sembra intenzionato a puntare su Silvio Berlusconi, ma la strada è in salita. Stefano Andreotti, figlio dell’ex premier Giulio, ha le idee chiare: il Cav «non arrivi allo scontro».



Intervenuto ai microfoni di Andkronos, Stefano Andreotti ha spiegato: «Non so quanto Berlusconi sia intenzionato ad andare fino in fondo, capisco che essere eletto Presidente della Repubblica per lui sarebbe una rivincita, ma non è più un bambino e se non è sicuro di riuscire il rischio di una sconfitta sarebbe più dannoso». Ma non solo: a suo avviso, suo padre Giulio Andreotti «non sarebbe andato allo scontro o alla conta dei voti».



STEFANO ANDREOTTI SULLA CORSA AL QUIRINALE

Nel corso della lunga intervista rilasciata all’agenzia di stampa, Stefano Andreotti ha confermato che l’elezione al Quirinale non ha mai rappresentato la massima aspirazione del padre Giulio. L’ex premier, infatti, non aveva intenzione di «chiudersi nel Palazzo»: «Ritengo che per lui sia stata già una grande gratificazione aver ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio e ministeri di notevole prestigio, anche se naturalmente avrebbe considerato un riconoscimento e un onore essere chiamato alla più alta magistratura repubblicana». Stefano Andreotti ha poi evidenziato che, nonostante le tante voci su una sua candidatura al Colle, la vera possibilità è stata quella del 1992: un’ipotesi durata il tempo di una serata, considerato il dualismo con Forlani. Lo scrittore, inoltre, ha rimarcato che il padre Giulio avrebbe avuto modo di attingere voti anche fuori dalla Dc. E da qui un nuovo riferimento all’ipotesi Berlusconi-Colle, in voga nel corso delle ultime settimane, complice la disponibilità dei partiti di Centrodestra a sostenere la sua candidatura: «Non so se Berlusconi abbia la tessa capacità di attrarre voti al di fuori del suo schieramento e soprattutto se questo sia compatto nel sostenerlo».

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