Stefano Andreotti ha commentato la fiction ‘Esterno Notte’ in onda su Rai 1, accusando numerose falsità su suo padre Giulio Andreotti in relazione alla dolorosa vicenda del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro. “Credo non sia giusto entrare nella sfera del dolore soprattutto della sua famiglia – ha dichiarato Stefano Andreotti in un’intervista concessa al quotidiano La Verità – Se si vuole parlare di Moro se ne parli come personaggio storico e non si approfitti di altre situazioni per entrare in casa loro in quel modo”. E aggiunge: “sono passati 45 anni: non ritengo giusta questa insistenza”.
Stefano Andreotti parla di ‘Esterno Notte’ come di una “fiction con l’ambizione di una ricostruzione storica” e sottolinea che “se questo è lo scopo ci si dovrebbe basare su dati sicuri effettivamente riscontrati”. Alle pagine de La Verità spiega che “se tutto il negativo di quei giorni è ascrivibile alla Democrazia cristiana e ai suoi componenti mentre il Pci di Enrico Berlinguer e gli altri leader allineati sulle stesse posizioni sono sgravati di ogni responsabilità, non mi sembra un gran rigore” quello che si attribuisce alla fiction, aggiungendo che “Bellocchio sposa la tesi che non è stato fatto nulla per liberarlo, anzi, si è remato contro” alla possibilità di salvare Aldo Moro dalle Brigate Rosse.
Stefano Andreotti, “mio padre Giulio Andreotti ancora una volta coperto di fango”
In merito al rapimento di Aldo Moro e alla rappresentazione di quei 55 giorni, destinati a un tragico epilogo, dipinta nella fiction Rai ‘Esterno Notte’, Stefano Andreotti riconosce come “che si doveva fare meglio è evidente, ma l’apparato dello Stato e dei suoi corpi mostrò tutta la sua arretratezza”. Sentito da La Verità, ribadisce con forza che “al di là dei processi subiti negli anni Novanta, il più grande dolore della vita politica di mio padre è stato che qualcuno ha insinuato non solo che non ha fatto nulla, ma addirittura che abbia ostacolato la possibilità di salvare Moro”. E racconta la sua versione di quella pagina buia della storia italiana: “mio padre si era attivato con varie associazioni umanitarie e anche con Gheddafi, Tito, persino Fidel Castro”
Stefano Andreotti a La Verità parla dell’ipotesi di riscatto che “resse fino all’ultimo ed era concordata con Berlinguer, tramite il suo segretario Tonino Tatò, e Franco Rodano, che era un cattolico nel Pci”. In conclusione alla sua lunga intervista, Stefano Andreotti sottolinea che “si continua a coprire di fango una persona e il partito cui apparteneva” a causa della “demonizzazione di tutti i rappresentanti dei partiti di governo, con l’incredibile eccezione dei perdenti della storia”.