Stefano Bollani, compositore e pianista jazz, ha rilasciato un’intervista pubblicata sull’edizione odierna de “La Repubblica”. Sabato, a Sanremo, sarà insignito del premio Tenco alla carriera, ma in questa chiacchierata il musicista ha approfondito il fascino esercitato su di lui dagli extraterrestri, tanto da avere un sogno nel cassetto: suonare il pianoforte con ET. “Da piccolo ero fan di Urania e mi sono portato appresso la passione per la fantascienza – ha confessato –. Ricordo anche l’emozione di vedere il film ‘Il pianeta proibito’, con la sua colonna sonora fatta solo di suoni elettronici, in cui scopriamo alla fine che il mostro alieno è una creatura partorita dall’inconscio dello scienziato stesso e che sono le sue paure a tenerlo in vita”.
Quindi Bollani crede che esistano nell’universo civiltà simili alla nostra? “Spero ne esistano di ancora più intelligenti e avanzate, intendo in senso spirituale e di conseguenza sociale”. Qualora fosse così, sarebbe corretto parlare di alieni? “Il termine alieno a me sta bene, sta per ‘altro da sé’. Ragionare sulla questione e sul come ci immaginiamo gli alieni può aiutare a definire meglio la propria paura dell’altro, del diverso da noi. In generale, molta fantascienza è catastrofista. Io invece ora mi sento a caccia di visioni solari e positive della nostra vita nel futuro”.
STEFANO BOLLANI: “LA MUSICA POTREBBE AIUTARCI A COMUNICARE CON GLI ALIENI”
Su “La Repubblica”, Stefano Bollani sottolinea come i presagi alieni non siano modesti e che si siano manifestati anche troppo fino a questo momento, dato che tantissime persone nel mondo dichiarano di avere avuto incontri con gli extraterrestri o di essere in contatto telepatico con loro e in grado di canalizzare i loro discorsi. Il punto è che “sono tanti, troppi per poterli liquidare tutti come matti o fanatici in cerca di notorietà. D’altronde, accade da sempre nella storia del mondo che alcune persone entrino in contatto con spiriti, defunti, persino dèi. Nel nostro vocabolario li chiamiamo medium oppure visionari. Alcuni sciamani, altri addirittura santi”.
In ogni caso, per Bollani gli alieni sono una proiezione di un qualcosa che riguarda la nostra interiorità: “Tutti noi abbiamo qualcosa dentro che sentiamo alieno, extraterrestre, e lo temiamo. Quando poi cominciamo a parlarci insieme, ci rendiamo conto che un punto di vista alieno può essere molto utile per riflettere e inventare un nuovo percorso”. La musica, in tal senso, potrebbe rappresentare il linguaggio per comunicare con gli extraterrestri: “Il mondo dei suoni potrebbe intanto rivelarsi il più efficiente mezzo di comunicazione fra noi e una civiltà distante”.