Stefano Bonaccini

si gode la vittoria alle Elezioni Regionali 2020 in Emilia-Romagna, ma qualcosa sta cambiando e ignorarlo sarebbe sbagliato. Il terremoto è in atto, lo dimostra la crescita della Lega, ma il candidato del centrosinistra ci ha messo una pezza. Si è offerto come alternativa a Matteo Salvini, con un profilo basso e non altisonante. «Io non sono uno che fa le citofonate». Ha fatto il porta a porta, puntando sull’identità e su un modello cooperativo che forse non ha futuro, ma intanto lo ha aiutato. «Io sono un mediano, e diffido dei grandi funamboli, spesso s’incartano», dice quando ancora la partita con Lucia Borgonzoni non è finita. «Siamo stati popolari, non populisti. Bonaccini ci ha messo la faccia, ovunque, in prima persona rivendicando il nostro buongoverno: in questa Regione si vive bene. E la nostra gente lo sa, persino quelli che non votano Pd», l’analisi al Corriere della Sera di Andrea Rossi, deputato del Pd e già sottosegretario regionale in Emilia Romagna, “l’uomo-macchina” della campagna elettorale del candidato di centrosinistra. (agg. di Silvana Palazzo)



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STEFANO BONACCINI RINGRAZIA LE SARDINE

Il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, rieletto ieri con il 51% dei voti, ha voluto ringraziare anche le Sardine nel suo discorso a caldo subito dopo la vittoria: “Che sia una lezione per il futuro – le parole del neo-presidente emiliano, riportate da Il Resto del Carlino – ci eravamo dimenticati di tornare in piazza e era oltre un decennio che non si andava lì. Questo ce lo hanno detto anche le Sardine, riempiendo le piazze e chiedendo una politica che non sia solo fatta di rabbia, rancore, ma anche un po’ più civile e pacata”. Bonaccini è convinto di aver impartito “la civiltà e la pacatezza delle piazze” contro “l’arroganza” degli sfidanti. Ed ora, finita la campagna elettorale, il governatore uscente-entrante è pronto a tornare a lavorare per la sua Regione: “Nel più breve tempo possibile vorrò ripartire immediatamente con una squadra di governo e con una prospettiva dove nei prossimi 5 anni dovremo dar corso a quello che abbiamo raccontato e promesso: da queste parti ogni promessa è debito. Speriamo che l’Italia – conclude – in futuro assomigli sempre di più all’Emilia Romagna”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



STEFANO BONACCINI, CHI È: IL COMMENTO A CALDO DOPO LA VITTORIA

Stefano Bonaccini è stato confermato governatore della regione Emilia Romagna. “E’ un mondo migliore”, ha commentato soddisfatto lo stesso, all’arrivo al quartier generale di Casalecchio. “Dovevamo in primo luogo, rispetto alle elezioni di 5 anni fa, recuperare tanta gente che era rimasta a casa”, ha proseguito, parole riportate da Il Resto del Carlino, “La partecipazione è stata robusta, importante per la qualità della democrazia – ha aggiunto il presidente della Regione – abbiamo recuperato quello e un dato che per il centro sinistra è molto rilevante. Vorrei segnalare che ci sono metri di interviste, di esponenti della Lega che mi invitavano poche settimane fa a fare le valige, a provare a non competere nemmeno. Io ho sempre consigliato di essere prudenti, perché l’arroganza non paga mai e soprattutto se caratterizzi la campagna elettorale, addirittura nascondendo l’altra candidata, la mia avversaria, significa che vuoi giocare su un altro terreno e noi abbiamo vinto anche su quel terreno”. Non mancano frecciate a Salvini, e al famoso episodio del citofono: “La scelta di utilizzare l’Emilia Romagna per altri fini, gli emiliano romagnoli l’hanno capita. Noi abbiamo cercato di parlare di argomenti che dovevano interessare, altri hanno scelto un campo completamente diverso, addirittura spettacolarizzando e cercando show, laddove gli emiliano romagnoli mi hanno detto che non è che gradiscano che viene qualcuno di persona a suonare il campanello”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



STEFANO BONACCINI, CHI E’ IL PRESIDENTE USCENTE DELL’EMILIA ROMAGNA

E’ il presidente uscente della giunta regionale dell’Emilia-Romagna, e su di lui – Stefano Bonaccini del Pd – torna a scommettere il centrosinistra in vista delle elezioni regionali del 26 gennaio 2020. Se dopo cinque anni da governatore e quattro da consigliere regionale non si può discutere sulla sua conoscenza della macchina amministrativa, insidiosa è invece la campagna elettorale a cui il contesto politico sovraregionale ha impresso una decisa nazionalizzazione. Bonaccini sta nel suo, deciso più che mai a rimanere nel perimetro dei temi territoriali che conosce certo da vicino, e così veleggia convinto verso l’appuntamento con le urne che lo vedrà misurarsi con gli altri 6 candidati alla carica di governatore dell’Emilia-Romagna.

CHI E’ STEFANO BONACCINI

Stefano Bonaccini nasce il 1 gennaio 1967 a Campogalliano, nella provincia modenese. Diploma di liceo scientifico in tasca, si accosta alla politica nell’ultimo scorcio degli anni Ottanta prendendo parte al movimentismo pacifista. E’ il 1990 quando riceve il suo primo incarico squisitamente politico nelle vesti di assessore alle politiche giovanili, alla cultura, allo sport e al tempo libero nel comune dove è nato e cresciuto. Il suo cuore batte a sinistra da sempre, tanto che diviene segretario provinciale della Sinistra giovanile modenese tra il 1993 e il 1995, anno in cui viene eletto segretario provinciale sempre per Modena dell’allora Partito democratico di sinistra (Pds). E’ costantemente rimasto nelle file di quella che successivamente Pier Luigi Bersani avrebbe definito “la ditta”, e già nel 2007 è segretario provinciale del neonato Pd. Tra un’esperienza da coordinatore del laboratorio di formazione politica PensarEuropeo nel 2005 e l’impegno da assessore al Comune di Modena per i lavori pubblici, l’approdo bolognese arriva per lui nel 2009 quando, dopo la vittoria alle primarie, viene eletto segretario regionale del Partito Democratico in Emilia Romagna. L’anno successivo, eccolo in Consiglio regionale tra i banchi del Pd. Nel 2014, con le dimissioni del suo predecessore Vasco Errani, si ripropone alle primarie per la scelta del candidato governatore e la spunta di nuovo sugli altri contendenti. Vince quindi le elezioni e avvia il suo mandato alla guida della Regione Emilia Romagna, proprio quello stesso mandato che ora giunge alla sua scadenza naturale. Rimarrà l’unico o sarà solo il primo? Il sondaggio realizzato il 7 gennaio 2020 dall’Istituto Noto, commissionato dalla trasmissione televisiva Porta a Porta, attribuiva a Stefano Bonaccini una percentuale tra il 43% e il 47% nelle intenzioni di voto del campione.

STEFANO BONACCINI, CHI LO SOSTIENE

Esponente storico del Pd, come candidato alla presidenza dell’Emilia-Romagna il governatore uscente Stefano Bonaccini aggrega a suo sostegno – oltre naturalmente al suo partito – anche le liste Bonaccini Presidente, Emilia-Romagna coraggiosa ecologista progressista, +Europa Bonaccini Presidente, Europa Verde e Volt Emilia-Romagna.

STEFANO BONACCINI, IL PROGRAMMA IN PILLOLE

“Un passo avanti”: questo lo slogan su cui si dipana il programma elettorale del candidato governatore dell’Emilia-Romagna per il centrosinistra Stefano Bonaccini. E per prendere per mano la Regione e condurla oltre il proprio presente sono formazione, diritti e doveri, sostenibilità e opportunità le parole d’ordine programmatiche. Quella che Bonaccini intende costruire è una terra pronta a rilanciare e valorizzare il proprio tessuto produttivo tradizionale legato alla cultura, al turismo, al cibo, al benessere e ai motori come al manifatturiero, senza rimanere indietro rispetto alle nuove infrastrutture materiali e immateriali, alla logistica d’avanguardia, ai Big Data e all’automazione. Il tutto nell’ottica di uno sviluppo sostenibile che coniughi la buona e piena occupazione alla crescita ambientalmente corretta. Cura del ferro, con implementazione della rete ferroviaria, e mobilità dolce con ricorso sempre maggiore alle energie rinnovabili sono il cardine delle linee strategiche per il futuro dell’Emilia Romagna nella visione di Bonaccini insieme alla sanità pubblica, percepita come presupposto per la tenuta della comunità nell’accezione ampia di “cura dell’altro”. Importante la sezione programmatica dedicata ai minori e alla loro formazione, con la promessa di gratuità per gli asili nido ed eliminazione delle liste d’attesa per accedervi, inglese per i più piccoli, educazione a musica e sport, azzeramento della dispersione scolastica e accessibilità diffusa alla cultura attraverso la valorizzazione di musei e biblioteche, ma anche rigenerazione urbana. Un occhio di riguardo all’edilizia scolastica, con il programma di Bonaccini che punta a scuole più sicure, moderne ed efficienti.

CURIOSITA’ SU STEFANO BONACCINI

Il territorio è il suo forte. Un talento, una passione, un fiore all’occhiello visto che fa vanto di aver visitato personalmente tutti e 328 i comuni dell’Emilia Romagna fino al più piccolino, ovvero Zerba in provincia di Piacenza. Del resto fiato per correre su e giù dagli Appennini alle coste ne ha, dati i trascorsi da calciatore dilettante di cui oggi resta traccia nella sua inclinazione da tifoso del Modena. Non a caso dichiara radici forti per il suo, di territorio, ovvero quella Campogalliano in cui è nato e dove ancora vive – proprio accanto alla casa dei genitori in cui è cresciuto – insieme con la moglie Sandra e le due figlie Maria Vittoria e Virginia.