BONACCINI SCENDE IN CAMPO: “MI CANDIDO A SEGRETARIO PD”

Era nell’aria e dopo diversi interlocuzioni Stefano Bonaccini ha sciolto le riserve questa mattina annunciando la sua candidatura alla segreteria del Pd nelle primarie del prossimo 19 febbraio 2023: «Ho creduto di dovervi parlare in questa riunione di circolo perché ho deciso di candidarmi a segretario del Partito democratico nazionale», lo ha detto il Governatore dell’Emilia Romagna parlando al circolo di Campogalliano (Modena). Bonaccini “scende in campo” e lo fa da indiscusso favorito alla vittoria per succedere ad Enrico Letta e Nicola Zingaretti alla guida del Pd: rispetto però a qualche mese fa, le difficoltà interne dei dem (complice anche la batosta elettorale delle Politiche) ha aumentato lo scontro interno tra le “correnti”, con una fronda piuttosto trasversale che sta avanzando e che non vede Stefano Bonaccini come la figura ideale per rilanciare il partito attualmente terzo per consensi in Italia (superato a sinistra addirittura dal M5s).



«Di una cosa sono sicuro: se, come credo, in gioco per la prima volta da quando è nato c’è la vita stessa del nostro partito, e non la mia candidatura o il mio destino personale (di quello chissenefrega), allora ne vale senz’altro la pena. Comunque vada», ha detto ancora Bonaccini annunciando la sua corsa alle Primarie Pd. «Abbiamo davanti cinque anni di opposizione, ma fra cinque anni dovremo, insieme, aver costruito un Pd che vince. Che vince nelle urne e non governa per alchimie nate in Parlamento. La stagione in cui si sta al governo, anche se non si vince, è finita. Io credo l’abbiamo anche pagata», sottolinea il Governatore emiliano con la stoccata alle passate gestioni del Partito Democratico. Secondo Bonaccini, occorre saper «definire e saper comunicare la propria identità è essenziale – spiega –  altrimenti le persone non ti riconoscono più. Dobbiamo ritrovare anche la semplicità del messaggio e del linguaggio per dire chi siamo, chi vogliamo rappresentare, quale idea di società abbiamo. Un militante di destra o del M5s impiega dieci secondi, a noi a volte non bastano 20 minuti». L’obiettivo è lanciato e nel mirino ci sono le prossime Elezioni Politiche: «Io sono il più convinto che ci sia tanto da fare e da rigenerare, ma dico subito che non basterà un congresso: ci aspetta una traversata nel deserto. Nostro compito è far tornare ad essere il Pd un grande partito popolare, radicato nella società a vocazione maggioritaria, perno di un nuovo centrosinistra capace di battere la destra nelle urne alle prossime elezioni. Riportare la prossima volta il Pd al Governo».



CAOS CONGRESSO PD: SI INGROSSA LA “FRONDA” ANTI-BONACCINI E PRO ELLY SCHLEIN

Stefano Bonaccini raggiunge così Paola De Micheli tra i candidati certi alle prossime Primarie Pd in vista del Congresso: la recente assemblea dei Democratici ha stabilito il timing (ancora tutto da confermare) per la corsa alla nuova segreteria del Partito ad inizio 2023. Si parte con le candidature da ufficializzare entro il 27 gennaio: segue dibattito sulle piattaforme e nei circoli entro il 12 febbraio con primarie fissate il 19 febbraio 2023, salvo cambiamenti imposti dalla sovrapposizione con il voto regionale. La corsa dunque è lanciata con il nome “forte” che alla fine ha sciolto le sue riserve entrando nell’agone: nelle prossime settimane potrebbero essere ufficializzate anche le altre nomine, tra le più attese certamente quelle di Elly Schlein, Andrea Orlando e Dario Nardella.



In attesa di capire se saranno tutti “della partita” verso le Primarie, le prime difficoltà per il favorito Bonaccini arrivano da dentro il Pd: «I quarantenni dem (con la sponsorizzazione di Dario Franceschini nelle vesti del padre nobile) hanno siglato una sorta di patto di San Ginesio di democristiana memoria versione bonsai», scrive Maria Teresa Meli sul “Corriere della Sera” citando fondi autorevoli di Largo del Nazareno. In sostanza, i “giovani” dem non vorrebbero al Congresso un nome legato al passato del Pd, bensì puntare sul “nuovo che avanza”, ergo sulla ex vice di Bonaccini in Emilia Romagna. Secondo il “Corriere”, i nomi legati alla fronda pro-Schlein sarebbero quelli di Brando Benifei (capogruppo Pd in Europa), Peppe Provenzano, Marco Furfaro, Marco Meloni, Piero De Luca (figlio del Governatore campano), Francesco Boccia e Michela Di Biase (la moglie di Franceschini, ndr). «Se un’operazione del genere andasse in porto (e non è detto, perché Schlein non ha ancora definitivamente sciolto le riserve) a trovarsi in difficoltà sarebbe la sinistra di Goffredo Bettini e Andrea Orlando, che dovrebbe decidere se accodarsi a Bonaccini o a Schlein. […] l’insofferenza per le vecchie generazioni e anche per le correnti ormai monta», conclude Meli riportando quella che sembra sempre più una corsa alla “faida” interna dem piuttosto che una convocazione nazionale per eleggere i nuovi vertici del Partito.