Il nuovo corso del Partito Democratico, la sfida con Elly Schlein alle primarie ma non solo. Stefano Bonaccini a tutto tondo nella lunga intervista rilasciata a Libero. Sondaggi alla mano, il governatore dell’Emilia Romagna è il favorito per il dopo-Letta ma dovrà fare i conti con avversari agguerriti, pronti a tutto per ribaltare il pronostico. Non manca l’autocritica: “Troppe volte il Pd è stato al governo senza aver vinto le elezioni. Ora, cinque anni all’opposizione potranno farci bene. D’altro canto, chi per anni ha fatto solo opposizione come Meloni, ora invoca l’aiuto dell’Europa e predica prudenza e moderazione ai propri alleati. Evidentemente non era poi tutto così facile”.
Stefano Bonaccini si è poi soffermato sul capitolo alleanze dopo il fallimento del campo largo sognato da Letta. Il governatore ha spiegato senza mezzi termini di voler ripartire dal Partito Democratico, le alleanze verranno solo solo: “Al Paese serve un’alternativa e non potrà mai avere come baricentro né M5S né una forza moderata come il Terzo polo. Serve,al contrario, ungrande partito progressista e riformista, popolare e non populista, forte e da combattimento. E poi presenteremo un nuovo gruppo dirigente, che non nasce da correnti ormai morte, ma dal territorio, dagli amministratori locali, dalle competenze esterne ai partiti: è il momento di sparigliare per aprire un nuovo corso”.
IL PROGETTO DI STEFANO BONACCINI
Nel corso del dialogo con Pietro Senaldi, Stefano Bonaccini ha sottolineato che in Italia stanno aumentando disuguaglianze e distanze sociali e sta anche calando la produttività. La tendenza va invertita e per dare risposte a chi è in difficoltà è necessario rafforzare la crescita e la capacità di redistribuire la ricchezza in modo giusto. A partire dal lavoro: “Servono politiche industriali e un solido sistema di formazione, investimenti pubblici e privati, e reti di protezione sociale più moderne: la destra anziché riformare il reddito di cittadinanza lo cancella per quasi 700 mila persone, senza dar loro una valida alternativa”. Stefano Bonaccini ha poi accusato il governo Meloni di non pensare ad alcuna politica di crescita, immaginando che tutto possa risolversi con la tassa piatta: “Come sela transizione ecologica e la trasformazione digitale avvenissero spontaneamente. Quanto ai grillini, va dato atto loro di aver saputo raccogliere e interpretare prima e meglio un forte bisogno di protezione. Il fatto che lo declinino in modo assistenzialista e populista è il loro limite, ma il problema non lo si risolve certo cancellando gli ammortizzatori per i deboli, anzi”.