Dopo l’istanza dell’Arma dei carabinieri e del ministero della Difesa per costituirsi come parti civili nel processo sui presunti depistaggi nel caso di Stefano Cucchi, il presidente del Consiglio Conte ha già dato il via libera al Viminale per costituirsi. Lo ha dichiarato lo stesso premier del governo M5s-Lega:”In questi giorni ho firmato il via libera al Ministero della Difesa, al Ministero dell’Interno e all’Arma dei Carabinieri a costituirsi parte civile nel procedimento sui presunti depistaggi riguardo la morte di Stefano Cucchi. È un segnale importante. Un atto dovuto per la legittima e sacrosanta richiesta di giustizia e verità della sorella Ilaria e dei genitori, per tutelare il ruolo delle Istituzioni e di quelle Forze dell’Ordine che ogni giorno, con dedizione, garantiscono la sicurezza del Paese”. Conte ha chiosato:”La fiducia dei cittadini nelle Istituzioni dello Stato deve essere sempre preservata. Anzi, ogni giorno dobbiamo agire affinchè questa fiducia sia sempre più rafforzata”. (agg. di Dario D’Angelo)



PROCESSO CUCCHI, ARMA E DIFESA PARTI CIVILI

Nel processo sui depistaggi del caso Stefano Cucchi – 8 carabinieri alla sbarra accusati di aver diffuso atti falsi e modificati per negare la verità dei fatti – l’Arma dei Carabinieri e il Ministero della Difesa hanno presentato ufficialmente istanza per costituirsi parte civile nel imminente processo. Il gup, al termine dell’udienza di questa mattina, si è riservato di decidere entro la prossima convocazione: ma la novità resta comunque sconvolgente per la famiglia del giovane architetto romano ucciso in carcere nel 2009, con le istituzioni che si schierano a fianco della parte civile che già la sorella Ilaria aveva avanzato nelle scorse udienze. A presentare ufficiale istanza è stato anche l’appuntato Riccardo Casamassima – il superteste che ha riacceso il processo sulla morte di Stefano Cucchi – gli agenti di polizia penitenziaria, il sindacato dei militari e Cittadinanzattiva. Tra gli 8 militari dell’Arma che rischiano di rimanere coinvolti nel processo troviamo ufficiali, generale e responsabili nazionali dei Carabinieri, in una delle inchieste più importanti e delicate contro diversi vertici delle Forze dell’Ordine del nostro Paese: ricordiamo che il procedimento curato dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e dal Pm Giovanni Musarò, ruota sulle annotazioni redatte dopo la morte di Stefano e poi modificate «per far sparire ogni riferimento ai dolori che il giovane lamentava la notte dell’arresto dopo il pestaggio subito nella stazione della compagnia Appia», riporta l’Ansa.

ILARIA CUCCHI RINGRAZIA L’ARMA E IL MINISTERO DELLA DIFESA

Nello specifico, come riportato da Tg Com24 dopo l’udienza, rischiano il processo per depistaggio sul caso Cucchi il generale Alessandro Casarsa – nel 2009 era alla guida del gruppo Roma – e il colonnello Lorenzo Sabatino, l’ex Capo del Reparto Operativo della Capitale. Coinvolti anche l’ex comandante della Stazione di Tor Sapienza (dopo Cucchi venne portato dopo il pestaggio a Rebibbia) Massimiliano Labriola Colombo, il carabiniere Francesco Di Sano, l’ex capoufficio del comando del Gruppo Carabinieri Roma Francesco Cavallo, il maggiore Luciano Soligo, ex comandante della compagnia Talenti Montesacro, Tiziano Testarmata – ex comandante della quarta sezione del nucleo investigativo – e infine il carabiniere Luca De Ciani. Sono tutti indagati, a vario titolo, per falso, calunnia, favoreggiamento e omessa denuncia nella maxi inchiesta pronta ad arrivare in Aula per l’inizio del processo. Commenta con lieta sorpresa la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, che da dopo la prima udienza davanti al gup spiega «Dopo dieci anni questa è una giornata significativa e sono emozionata per il fatto che si sia costituito parte civile, al nostro fianco il comando generale dell’Arma. La cosa mi risulta cosa senza precedenti, e la dedico a tutti quelli che hanno insinuato e continuano a insinuare che la famiglia Cucchi è contro l’Arma e viceversa. Una riconciliazione che per me e anche tra i cittadini, le persone normali e le istituzioni».

Leggi anche