Il processo sui depistaggi relativi alle indagini sulla morte di Stefano Cucchi si avvia verso le sue battute finali. La difesa della famiglia della vittima ha presentato questa mattina la lista dei testimoni chiamati a deporre in aula il prossimo 12 novembre, e che contiene anche i nomi di due ex ministri e di generali dell’Arma. Intanto, la difesa va all’attacco, come riferisce RaiNews. “Non è stato un omicidio. Cucchi non è morto per le botte, ci sono le perizie di venti medici esperti che lo dicono”, ha riferito l’avvocato del maresciallo Mandolini, accusato di falso e calunnia e che ha definito quello in corso “un processo stalinista”. “Questo processo non è finalizzato a stabilire se Cucchi abbia avuto percosse, ma se in ragione di quelle percosse Cucchi sia morto. E ci sono almeno una ventina di medici le cui perizie hanno parlato di morte improvvisa ed accidentale non riconducibile a traumatismo pacificamente subito da Cucchi in occasione del suo arresto”, ha aggiunto l’avvocato Giosué Bruno Naso, legale di Mandolini, nella sua arringa. Lo stesso ha poi criticato aspramente l’intero iter del processo andato in corso nelle passate settimane. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



FAMIGLIA CHIAMA IN AULA EX MINISTRI E GENERALI

La famiglia di Stefano Cucchi, in occasione del processo sui depistaggi in partenza il prossimo 12 novembre, ha chiamato a deporre diverse personalità, in primis due ex ministri della difesa (Elisabetta Trenta e Ignazio La Russa) e sei generali dell’Arma dei Carabinieri. Il processo sui depistaggi delle indagini sulla morte del giovane Cucchi, rammenta Il Fatto Quotidiano, vede imputati il generale Alessandro Casarsa, il colonnello Francesco Cavallo, il tenente colonnello Luciano Soligo, il luogotenente Massimiliano Colombo Labriola e il carabiniere Francesco Di Sano. A presentare la lista dei testimoni è stato l’avvocato Anselmo, difensore della famiglia Cucchi, avanzando ben 35 nomi dai quali spuntano anche i due ex ministri così come il comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, e altri cinque generali: Vittorio Tomasone, Leonardo Gallitelli, Tullio Del Sette, Biagio Abrate e Salvatore Luongo. In merito alla deposizione dell’ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, se ammessa dovrà riguardare “quanto di sua conoscenza riguardo l’arresto ed il decesso di Cucchi Stefano, nonché al colloquio avuto con Cucchi Ilaria il 18 ottobre del 2018 alla presenza del Generale Nistri”. L’attuale comandante dei Carabinieri, sarà chiamato invece a riferire della lettera alla stessa relativa allo scorso marzo.

STEFANO CUCCHI, PROCESSO DEPISTAGGI: ANCHE LA RUSSA E TRENTA CHIAMATI A DEPORRE

In merito alla possibile deposizione di La Russa nell’ambito del processo sui depistaggi legato alla morte di Stefano Cucchi, l’ex ministro dovrà riferire delle risultante dell’inchiesta amministrativa interna avviata nel 2009 rispetto all’arresto ed alla morte del giovane geometra romano, “a quanto in conseguenza appreso e riferito, nonché ai rapporti diretti, indiretti e/o familiari intercorrenti tra lo stesso e il Prof. Arbarello, consulente nominato dal Pubblico Ministero”. Il professor Albarello è l’ex direttore del dipartimento di medicina legale dell’università La Sapienza nonché consulente della procura, il quale definì la morte di Cucchi come “legata negligenza dei medici”. La famiglia lo accusò e denunciò asserendo di aver scritto una perizia falsa. Tra La Russa e Arbarello vi erano dei legami dal momento che quest’ultimo prese parte del del cda di Milano Milano Assicurazioni spa, su proposta del presidente Paolo Ligresti, del quale in passato proprio la moglie dell’ex ministro era stata sua socia.

Leggi anche