«Oggi ho mantenuto la promessa fatta a Stefano dieci anni fa quando l’ho visto morto sul tavolo dell’obitorio. A mio fratello dissi: ‘Stefano ti giuro che non finisce qua’. Abbiamo affrontato tanti momenti difficili, siamo caduti e ci siamo rialzati, ma oggi giustizia è stata fatta e Stefano, forse, potrà riposare in pace», sono le prime parole della sorella di Stefano, Ilaria Cucchi non appena udita la sentenza di primo grado per il processo-bis sulla morte del geometra romano nel lontano 2009. «Ci sono voluti 10 anni e chi è stato al nostro fianco ogni giorno sa benissimo quanta strada abbiamo dovuto fare. Ringrazio tutti coloro che non ci hanno abbandonato e ci hanno creduto, assieme a noi», ha ribadito la sorella abbracciata dai genitori e dai suoi avvocati. Assolto un carabiniere, l’imputato-teste, ma condannati sia Di Bernardo che D’Alessandro: non può dunque “festeggiare” il generale Nistri che infatti commenta «Abbiamo manifestato in più occasioni il nostro dolore e la nostra vicinanza alla famiglia per la vicenda. Un dolore che oggi è ancora più intenso dopo la sentenza di primo grado che definisce le responsabilità di alcuni carabinieri venuti meno al loro dovere, con ciò disattendendo i valori fondanti dell’istituzione». Per i genitori di Stefano invece finalmente una nota di colore positiva dopo 10 anni di sofferenze: «Andremo sempre avanti. Lo abbiamo giurato davanti a quel corpo martoriato. A Stefano abbiamo promesso di andare avanti per avere verità e giustizia. Questo è il primo passo e andremo avanti fino alla fine, ma oggi è già tanto e vogliamo ringraziare la procura di Roma e tutte le persone che ci sono state vicine», spiegano abbracciati Giovanni e Rita dopo la sentenza. (agg. di Niccolò Magnani)
SENTENZA PROCESSO CUCCHI: CONDANNATI 2 CARABINIERI, ASSOLTO TEDESCO
Dopo la sentenza del processo ai 5 medici del Pertini, pochi minuti più tardi è giunta anche quella sul processo bis che vedeva imputati i 5 carabinieri accusati della morte di Stefano Cucchi e ritenuti responsabili del pestaggio. Due dei militari dell’Arma, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro sono stati condannati a 12 anni con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Il collega Francesco Tedesco è stato assolto “per non aver commesso il fatto”. La sentenza è giunta dopo 8 ore di Camera di Consiglio che ha visto riuniti i giudici presso l’aula bunker del carcere di Rebibbia al termine del processo bis sulla morte del geometra 31enne. Lo stesso imputato-testimone è stato però condannato a 2 anni e sei mesi con l’accusa di falso. Si chiude con i due verdetti la lunga giornata definita dalla sorella di Cucchi “straziante” e che ha visto in prima linea la famiglia del 31enne, a caccia della verità da dieci anni. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PRESCRIZIONE PER I MEDICI, ATTESO VERDETTO CARABINIERI
La prima sentenza per il processo sulla morte di Stefano Cucchi è arrivata in questi minuti e riguarda i medici dell’ospedale Pertini di Roma. Il verdetto dei giudici della Corte d’Assise d’Appello di Roma si è tradotto nella prescrizione e in una assoluzione nei confronti dei cinque medici imputati nel processo ter per la morte del geometra 31enne. E’ questa la prima notizia della lunga giornata che vede protagonista la famiglia Cucchi, nel giorno della verità che vede anche l’attesa per un’altra sentenza, quella che vede imputati anche cinque carabinieri e che arriverà in serata. Una giornata decisiva, come evidenziato anche da Ilaria Cucchi, sorella della vittima, che in mattinata ha commentato, come spiega Fanpage.it: “Siamo alle resa dei conti”. Non manca tanto, infatti, alla seconda sentenza della giornata, la più importante, che giungerà nell’aula bunker di Rebibbia dove i 5 militari sono imputati, a vario titolo con le accuse di omicidio preterintenzionale, falso e calunnia. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
CASO CUCCHI: IL GIORNO DELLA VERITÀ
E’ attesa nella serata di oggi la sentenza del processo bis sulla morte di Stefano Cucchi, il giovane geometra romano fermato per droga il 15 ottobre 2009 e morto dopo una settimana di detenzione nel reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini. Ci sono voluti 10 anni prima di giungere all’attesa sentenza, ben sette processi, tre inchieste e due pronunciamenti della Cassazione e solo oggi, forse, si arriverà a quella tanto agognata verità. I giudici della prima Corte d’Assise di Roma sono già entrati in camera di consiglio per decidere le sorti dei cinque carabinieri imputati – tre dei quali per omicidio preterintenzionale – e il verdetto è atteso non prima delle 18.00 nell’aula bunker di Rebibbia. In vista della decisione finale, il legame della famiglia Cucchi, l’avvocato Fabio Anselmo, all’AdnKronos ha commentato: “Dal punto di vista probatorio penso sia ampiamente dimostrata la violenza subita da Stefano tanto che alla fine quel pestaggio violentissimo è stato perfino ammesso dagli avvocati della difesa”. Il calvario di Stefano ha fatto seguito a quello giudiziario affrontato in questo ultimo decennio dalla sorella della vittima, Ilaria Cucchi, che alla vigilia dell’attesa sentenza ha commentato ai giornalisti presenti: “Sono momenti di estrema tensione perché sono passati dieci anni, è evidente ormai che Stefano è morto per le conseguenze di un pestaggio. Spero possa avere giustizia e riposare in pace”.
STEFANO CUCCHI, SENTENZA OGGI: LE RICHIESTE DEL PM
Sono cinque, in tutto, i carabinieri imputati nel processo sulla morte di Stefano Cucchi e che oggi conosceranno il loro destino, in seguito alla sentenza attesa per questa sera. Le accuse a loro carico vanno, a vario titolo, dall’omicidio preterintenzionale al falso ed alla calunnia. In merito alle richieste avanzate dal pm Musarò, per Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro ovvero i due carabinieri accusati di aver picchiato Cucchi, sono stati chiesti 18 anni di carcere. Per il terzo militare, Francesco Tedesco, raggiunto dalle stesse accuse, è stata chiesta l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”. Il carabiniere avrebbe assistito al pestaggio intervenendo successivamente per bloccare i due colleghi, come emerso dalla sua testimonianza resa a distanza di vari anni. Il pm ha poi chiesto la condanna a 3 anni e mezzo sempre a carico di Tedesco per l’accusa di falso e a 8 anni di carcere per il maresciallo Roberto Mandolini. Infine, per il reato di calunnia contestato a Vincenzo Nicolardi, Tedesco e Mandolini, il pm ha chiesto una sentenza di non procedibilità per prescrizione del reato. Ma è anche il giorno dell’esito, per la terza volta in una Corte d’Appello, del procedimento contro cinque medici del Pertini, imputati di omicidio colposo dopo due rinvii da parte della Corte di Cassazione che sembra diretto verso la prescrizione. Si tratta del primario del Reparto di medicina protetta, Aldo Fierro, e altri quattro medici, Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo. Ad attendere le due sentenza sono oggi anche Giovanni Cucchi e Rita Calore, genitori del giovane 31enne Stefano, i quali come riferisce Il Fatto Quotidiano hanno commentato: “Ilaria ci ha dato la forza per andare avanti e cercare la verità. Quello che abbiamo giurato davanti a quel corpo massacrato è che non ci saremmo mai fermati e così faremo, andremo sempre avanti. Oggi ci auguriamo una svolta, i dati sono tutti a favore di una sentenza positiva, però ci sono dei segnali… Siamo molto agitati il fatto di avere come parte civile dei ministeri in altri processi è molto positivo perché vuol dire che dopo 10 anni finalmente lo Stato è vicino a noi e non siamo più soli”. E proprio Ilaria ha chiosato: “Io e i miei genitori stremati”.