Stefano De Martino è tornato ospite di Domenica In nella puntata di oggi 27 marzo. “Per averti ho dovuto fare di tutto…”, ha esordito Mara Venier. Immancabile un video con l’omaggio alla carriera di Stefano prima di iniziare l’intervista vera e propria. “Mi piace perché quando riguardi le scene ti ricordi di tutto quello che c’è dietro. Sono molto fortunato perché ho la fortuna di lavorare sempre con degli amici”, ha commentato.



In una sua intervista Stefano aveva spiegato che come ballerino non avrebbe lasciato il segno. Ma da dove nascono le super perplessità? “In questo lavoro bisogna anche essere consapevoli e nonostante le mie bellissime esperienze ho capito che non avrei potuto vivere solo di questo. Cosa mi mancava? A me piace fare la differenza e sapevo di non farla nella danza”. Adesso, nei panni di showman, probabilmente potrebbe riuscire a fare la differenza. Papà come ballerino “era un grande, all’inizio lui mi ha negato gli studi della danza perché sapeva quanto fosse difficile vivere di arte e non voleva che io studiassi, mi proteggeva, e mi ha insegnato come si fa a far fare quello che vuoi ad un figlio. Bisogna negarglielo”.



Stefano De Martino, il Bar Stella ed il ricordo dei nonni

Non poteva mancare un accenno al Bar Stella: Stefano De Martino ha trovato in questo luogo un punto di riferimento per la sua vita. “Quando l’attività ha chiuso, il mio modo per glorificare la vita dei miei nonni è stato dare il titolo al primo programma che ho scritto come autore. Mi piaceva continuare a tenerlo vivo e lo abbiamo fatto in tv” . Lui essendo il primo nipote è sempre stato quello prediletto: “Mio nonno era molto ermetico, di poche parole”.

Il nonno è mancato da alcuni anni, nel 2016: “Ho quasi rimosso quel passaggio perché non ho un buon rapporto con la morte, la esorcizzo scherzandoci su, non mi piace… non siamo mai pronti”, ha commentato, “nessuno ci ha insegnato a gestirla”. “Si fa molta fatica a non emozionarsi, ma questo velo di malinconia che mi colpisce sono direttamente proporzionali all’amore che ci lega ancora oggi. Mi auguro di diventare un nonno all’altezza come è stato lui”.