Stefano Di Battista ospite della nuova puntata “A grande richiesta (minaccia bionda)” che questa settimana è dedicato alla divina Patty Pravo e trasmesso sabato 20 febbraio 2021 in prima serata su Rai1. Tra gli artisti che si alterneranno sul palcoscenico c’è anche il sassofonista che con la moglie Nicky Nicolai ha deciso di lanciarsi anche nella ristorazione con il ristorante “Da Peppe a Tor Cervara” a Roma. Una sfida che ha visto la coppia unire la passione per la cucina, ma anche per la musica visto che ogni sabato e domenica nel loro ristorante c’è un vera e propria jam dal vivo con tanti amici jazzisti. Un’idea che il sassofonista ha raccontato così dalle pagine de La Repubblica: “non che prima non si facessero i concerti qui, quando ancora era vivo mio padre. Ma in questa situazione così difficile per la musica mi è sembrato importante darci un appuntamento fisso”. La passione per il jazz è nata quasi per caso come ha raccontato proprio il musicista intervistato da orticalab.it: “un caso, sono un anomalia. Non credo di averlo scelto. Da piccolo pensavo di fare il cameriere, i miei modelli erano i genitori ristoratori. E vivevo nel ristorante. Poi mio padre mi mandò alla scuola musica della Banda di Settecamini e il maestro Carmelo Scafidi decise che dovevo suonare il sax. Era una banda di bambini e scelse in base a quanto eravamo robusti. Ho ancora al divisa della banda. Ma ora mi sta tornando l’antica passione per la ristorazione”.
Stefano Di Battista: “Ho avuto la fortuna di collaborare con Lucio Dalla”
Una carriera ricca di successi quella di Stefano Di Battista che ha avuto l’onore di suonare in tantissimi club e tempi della musica jazz. “Ho suonato nei club per eccellenza: i templi della musica jazz. Ho dei bellissimi ricordi del Blu Note di New York , l’A-Trane di Berlino, l’Alexanderplatz di Roma” – ha raccontato il sassofonista dalle pagine di orticalab.it. Non solo, il musicista non nasconde che la sua professione è una vita affascinante: “ricca di esperienze, bellissima, ma il concetto di “radici” diventa qualcosa di astratto. Ho vissuto in Francia, America, Italia, sento di avere una moltitudine di radici e al contempo nessuna. Se devo indicare un posto che per me è “casa” dico: Roma”.
Tra le tante collaborazioni ce ne è una che ricorda ancora oggi con grande emozione: “ho avuto la fortuna di collaborare con Lucio Dalla grazie a Michel Petrucciani, pianista jazz dallo stile unico che ci ha messi in contatto. Dalla e Petrucciani sono due grandi artisti che avevano una particolare attitudine, una propria maniera, inimitabile, di fare musica. Se fatta col cuore la musica è sempre una buona proposta: sono necessarie verità, passione e capacità di comunicare qualcosa”. Infine parlando di musica jazz ha precisato: “è avvero difficile dare una definizione del jazz: è soprattutto uno stile di vita. Il maestro Elvin Jones, il più grande batterista ritmico del mondo, diceva che il jazz è una filosofia di vita che coincide con la voglia di sorridere. E’ essere onesti con se stessi: una meravigliosa debolezza”.