La morte di Stefano d’Orazio: il ricordo della moglie

La moglie di Stefano D’Orazio, Tiziana Giardoni, ha ricordato il periodo in cui stava molto male: “Lui ha passato dei momenti non felici, non stava bene. C’è stato un episodio collegato a Domenica In con Rinascerò rinascerai”, ha spiegato. Quello fu l’ultimo collegamento con la trasmissione e anche Mara Venier aveva percepito il suo malessere. “Lui aveva una immunità ma aveva troppi farmaci in corso, il cortisone lo aveva reso molto debole”, ha aggiunto.



E’ poi stato il Covid a peggiorare la situazione, proprio a causa di tale debolezza. “Con questa sua forza aveva sempre il sorriso sulle labbra e mi trasmetteva sempre energia e non notte che non mi facesse sorridere anche quando non stava bene”, ha aggiunto la donna. (agg. di Emanuela Longo)

Come è morto Stefano D’Orazio dei Pooh?

La scomparsa di Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh, avvenuta a ottobre 2020, ha gettato nello sconforto non solo gli storici amici-colleghi e chi aveva avuto modo di conoscerlo da vicino, ma anche i fan, che ne apprezzavano la sua riservatezza, oltre alle sue doti artistiche. Le modalità con cui si è svolto tutto hanno reso ancora più drammatico riuscire ad accettare l’accaduto proprio perché sono trascorsi davvero pochi giorni dal ricovero in ospedale, deciso quando le sue condizioni iniziavano a peggiorare, fino alla morte.



Come è accaduto a chi ha vissuto il virus in prima persona, appare normale chiedersi come si sia stati contagiati e se con qualche accortezza in più la situazione avrebbe potuto essere diversa. Nel caso del musicista tutto è diventato ancora più difficile da accettare per la sua vedova, Tiziana Giardoni, convinta di essere almeno in parte responsabile.

La morte di Stefano D’Orazio: le sue condizioni peggiorate velocemente

Tiziana si è ritrovata a dover dire addio nell’arco di pochi giorni ai due uomini più importanti della sua vita: oltre al suo Stefano, infatti, si è spento dopo pochi giorni anche suo papà, anche lui colpito dal Covid. La donna è convinta che il contagio che è stato fatale ad entrambi sia avvenuto in una cena di famiglia a cui inizialmente lei non avrebbe voluto partecipare. E questo non fa che accrescere in lei il senso di colpa per come è andata a finire.



“Mio papà, nell’ottobre 2020, aveva sconfitto il cancro dopo sei anni e voleva festeggiare a cena con le sue figlie. Io ero un po’ restia ad andare per la pandemia ma Stefano mi convinse – aveva dichiarato a Silvia Toffanin, ospite di ‘Verissimo’ –. Mai avrei pensato potesse succedere qualcosa, invece dopo un paio di giorni mia sorella iniziò ad accusare alcuni sintomi. Allora io e Stefano decidemmo di fare subito un tampone che risultò positivo”.

La situazione è precipitata velocemente, rendendo ancora più difficile accettare l’accaduto: “Quel giorno ho smesso di vivere perché mi sono sentita in colpa. Non ci credevo, è stato tutto così terribile. Inizialmente non aveva nessun sintomo. Poi una notte gli è salita la febbre e ho chiamato l’ambulanza per evitare complicazioni, vista la sua condizione di salute non ottimale. Ho pregato i dottori di poter andare insieme a lui in ospedale perché io stessa ero positiva, ma non c’è stato modo di convincerli. Da quel momento in poi non l’ho più sentito e visto, neanche nella cassa da morto. Non meritava di morire in questo modo, è stata inaccettabile una situazione del genere“.