STEFANO D’ORAZIO, IL RICOVERO: POI LE COMPLICANZE PER IL COVID

Stefano D’Orazio, com’è morto e cosa sappiamo della malattia che ha stroncato qualche anno fa il batterista e paroliere originario di Roma? Quest’oggi, nella nuova puntata che “Verissimo” dedica a Le Storie, rivedremo idealmente i Pooh negli studi televisivi di Canale 5 per raccontarsi e ripercorrere gioie e alcuni dolori di una lunga carriera. E la presenza in studio dei suoi colleghi di sempre è stata l’occasione per ricordare il musicista mancato nel 2020 a 72 anni, nel pieno dell’emergenza Covid-19 anche se, come è emerso in seguito, al cantante capitolino era stata fatale una malattia pregressa.



Per scoprire a proposito di Stefano D’Orazio, com’è morto e cosa è successo negli ultimi giorni di vita possiamo rifarci a una intervista che la moglie del batterista, Tiziana Giardoni, aveva concesso a Silvia Toffanin. “Stefano non era malato di leucemia, ma da due anni oramai aveva una malattia autoimmune infiammatoria” aveva rivelato la donna, parlando del fatto che le difese immunitarie del marito erano basse e che l’infezione da Coronavirus alla fine ha finito per far peggiorare un quadro clinico già complesso. “Stavamo cercando già una cura ma…” aveva proseguito nel suo racconto la donna ricordando il ricovero di D’Orazio presso il Policlinico “Gemelli” di Roma e poi le complicanze legate al Covid rivelatesi fatali.



TIZIANA GIARDONI, “COM’E’ MORTO STEFANO? NON AVEVA LA LEUCEMIA MA…”

Un ricordo di Stefano D’Orazio, com’è morto e anche del modo in cui le sue condizioni di salute sono peggiorate all’improvviso viene ancora dalla sua compagna di vita, Tiziana Giardoni. Qualche tempo fa la donna aveva parlato di una festa a cena in cui era andata assieme al marito e poi della febbre improvvisa che aveva avuto durante quella notte: poi la positività al tampone e la chiamata all’ambulanza al fine di evitare delle complicazioni a Stefano anche per via del suo quadro clinico e della malattia infiammatoria autoimmune di cui sopra che lo debilitava. “Avevo pregato i dottori di poter andare insieme a lui in ospedale dal momento che pure io ero positiva, ma non c’era stato modo di convincerli…” aveva aggiunto, spiegando che da quel momento in poi non ha più rivisto D’Orazio, nemmeno dopo la sua morte.



E a raccontare anche a proposito di Stefano D’Orazio, com’è morto e del vuoto che ha lasciato dal 2020 a oggi nella band dei Pooh ci aveva pensato proprio Roby Facchinetti nella sua ospitata “Verissimo”, ripercorrendo non solo la loro vicenda professionale e artistica ma pure umana: “La nostra storia ci ha regalato davvero tanto, non potevamo sperare di più, però, ci ha tolto anche molto: prima Valerio, il nostro poeta e, poi, Stefano D’Orazio con cui ho vissuto 43 anni insieme. Lui era una persona davvero straordinaria. Noi siamo anche riusciti a formarci una famiglia a dare vita a dei figli, Stefano ha dedicato la sua vita alla band. Quando è morto, ho attraversato una brutta depressione, quando sua moglie mi chiamò e mi diede la notizia io non la volevo accettare perché non mi capacitavo di ciò che era successo” aveva detto l’80enne tastierista bergamasco.