A partire dal 1971, Stefano D’Orazio è entrato ufficialmente a far parte dei Pooh, band oggi celebrata da Techetechetè e per la quale non solo è stato batterista, voce e flauto traverso ma anche autore di una parte dei test delle più celebri canzoni. D’Orazio prese il posto di Valerio Negrini nonostante il produttore Giancarlo Lucariello non fosse particolarmente propenso al suo ingresso, fortemente voluto invece dal resto della band. Sono stati in tutto 38 gli anni vissuti da ex batterista della celebre band che si è ufficialmente sciolta nel 2016 ma nonostante questo, D’Orazio ha voluto dedicare ampio spazio anche alla sua vita “prima dei Pooh”. Lo ha fatto in un libro del 2013 dal titolo “Confesso che ho stonato” nel quale oltre a parlare dei grandi successi nel gruppo ha voluto dare spazio anche alla sua adolescenza, ai primi amori ed agli esordi come musicista. “Le prime volte sono quelle che uno ricorda di più: le prime amicizie, il primo bacio, i primi spaventi, la prima batteria, il primo gruppo. In quel periodo ho commesso tanti peccati che volevo condividere con il mio pubblico. In quei dieci anni, prima dei Pooh, sono successe cose che non erano mai state raccontate finora, mentre i 40 anni successivi bene o male sono già stati descritti nelle biografie dei Pooh”, spiegò qualche anno fa in una lunga intervista a Sorrisi.
LA GRANDE FAMIGLIA DEI POOH
Se non fosse stato chiamato a sostituire l’allora batterista dei Pooh, forse la vita di Stefano D’Orazio sarebbe stata decisamente diversa. “Magari sarei diventato un avvocato e oggi avrei uno studio legale invece di uno studio incisione. A quei tempi, suonare non era considerato un mestiere. E infatti mio padre, anche quando ormai avevo i dischi di platino e i Telegatti, mi ripeteva sempre: “Non vorrai suonare il tamburo tutta la vita?””, ha raccontato il musicista e paroliere. Una volta entrato a far parte della grande famiglia dei Pooh, però, lo stesso D’Orazio ha dovuto fare i conti con un forte rigore e con precise regole mai di fatto scritte ma sempre applicate tra i vari membri. “Quando Fogli si innamorò di Patty Pravo, per esempio, non fummo in grado di perdonargli l’aver anteposto i suoi sentimenti alla musica e al lavoro. Forse l’unica volta in cui i Pooh hanno fatto prevalere il sentimento è stata quando ho comunicato la mia intenzione di lasciare il gruppo”, ha commentato. La decisione non fu affatto condivisa ma fu comunque compresa senza opposizioni, “dando più importanza alla mia felicità che al futuro del gruppo. Si sono comportati da amici e non da colleghi”.
LA NUOVA COLLABORAZIONE CON ROBY FACCHINETTI
Nonostante lo scioglimento dei Pooh, la collaborazione tra Stefano D’Orazio e alcuni ex membri della band è proseguita. Lo scorso agosto, tramite un comunicato l’ex batterista ed il tastierista Roby Facchinetti hanno confermato le voci sul lavoro in corso in merito ad un nuovo progetto. La coppia da anni sta infatti lavorando a una nuova opera che avrà come soggetto principale il personaggio del ciclo arturiano Parsifal. “Questo lavoro è frutto di una nostra nuova fantasia alimentata dalla voglia di raccontare e rendere umano l’eroe, già tratteggiato da Facchinetti e Negrini nel ’73 nell’omonimo brano dei Pooh”, hanno affermato i due ex della band citando il brano eponimo di “Parsifal”, sesto album in studio del gruppo che contava per la prima volta della partecipazione del bassista Red Canzian (al posto di Riccardo Fogli). A confermarlo, nelle scorse settimane, anche Facchinetti che ha smentito però una presunta réunion.