Stefano Ferri a tutto tondo ai microfoni di Oggi è un altro giorno. Il pr, noto per vestirsi da donna, ha raccontato la sua storia senza filtri: «Avevo appena nove anni, era il 1975, un mondo che non somiglia neanche da lontano a quello di oggi, un mondo più bacchettone. Io ero un bambino, non avevo la forza interiore di oggi. E allora la rimuovevo, al punto che me la nascondevo anche inconsciamente. Quando tornava, dicevo: “Sei un uomo, non puoi fare così”. Così facendo, restavo lontano dalla mia natura e sono stato infelice».



«All’inizio avevo paura, perché affrontavo un aspetto ignoto di me stesso e questo mi caricava di aggressività. Le persone discriminavano questo. Quando mi sono rassegnato, ho scoperto che è sufficiente andare incontro alle persone con un bel sorriso e una stretta di mano normale. Dopo trenta secondi la gente mi dice che non si ricorda nemmeno come sono vestito», ha rivelato Stefano Ferri, per poi soffermarsi sul complicato rapporto con le donne legato alla sua situazione: «La mia era un’invidia inconsapevole. Ogni occasione di incontro poteva essere occasione di litigio. Sono arrivato a crearmi un’immagine di un uomo cattivo e malvagio anche se non era vero. Non ero consapevole di individuare le donne».



«Dal 1995 al 2002 ho effemminato il mio armadio. La moda di quegli anni mi ha dato una grande mano», ha raccontato Stefano Ferri nel corso della lunga intervista, provando a spiegare il perchè della sua natura crossdresser: «A me è successa una cosa che difficilmente succede: l’integrazione tra la mia parte maschile e quella femminile non è avvenuta spontaneamente. Le due parti sono rimaste scisse». Un ampio capitolo quello dedicato al rapporto con la moglie: «Ha scoperto i miei tacchi a spillo nascosti nella scarpiera. Non potevo più accettare l’umiliazione di cambiarmi in cantina. Avevamo fatto un patto: che io non mi mostrassi a lei vestito da donna. La prima volta che mi ha visto entrare in casa mi ha fatto una battuta: “Tua madre te le ha fatte belle le gambe”. Siamo sempre andati d’accordo». (Aggiornamento di MB)

Stefano Ferri: perché si veste da donna?

Stefano Ferri, 55 anni, è un “crossdresser”. Eterosessuale, sposato da tanti anni con sua moglie, con una figlia adolescente, Stefano si veste da donna, gonna, tacchi e unghie laccate. Il pr e consulente ha raccontato la sua storia nel libro “Crossdresser. Stefano e Stefania, le due parti di me”. Dopo tanti anni, Stefano ha deciso di scrivere questo libro perché le persone possano mettersi nei panni di una persona discriminata, capire quello che subisce e quello che fa: “Sono un uomo ordinario, con una famiglia, un mutuo da pagare. C’è un solo aspetto della mia vita che invece è fuori dal comune: il mio modo di vestire”, ha spiegato a Vanity Fair. A chi gli chiede perché si veste da donna, Stefano Ferri risponde: “In ognuno di noi ci sono una parte maschile e una femminile, che durante l’infanzia e l’adolescenza si fondono: da questa coesione nasce la personalità, con i suoi punti di forza e quelli di debolezza. A me non è successo. Stefano è rimasto dove era e Stefania anche: ho vissuto un inferno, perché a nessuno è dato di vivere mantenendo queste due parti separate”.

Stefano Ferri: il rapporto con la moglie

Nella lunga intervista a Vanity Fair, in occasione dell’uscita del suo libro, Stefano Ferri ha raccontato di aver odiato per molto tempo le donne, che in realtà invidiava, e anche gli uomini risolti. Grazie alla psicoterapia, Stefano ha trovato il modo di integrare la sua parte femminile con quella maschile: “Era la metà degli Anni 90. Ci ho però messo 14 anni per trasformarmi dall’uomo in blazer blu a quello che sono ora. Dal 1995 al 2002 ho progressivamente effemminato il mio guardaroba maschile”. Nel 2002 ha comprato il primo kilt, dal 2009 (anno in cui è nata sua figlia) nel suo guardaroba non ci sono più capi maschili. Per la moglie di Stefano non è stato facile accettare l’identità complessa del marito: “Ci ha messo 10 anni. Ora dico soltanto 10. E io credo che quei dieci anni siano stati la sua grandiosa dichiarazione d’amore”.