Nessun colpevole per la morte di Stefano Paternò, avvenuta dodici ore dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca. Eppure è stata dimostrata la correlazione con il vaccino anti Covid. La posizione di un medico e di un infermiere dell’ospedale militare di Augusta, dove avvenne la somministrazione, così come quella di un medico del 118 che provò a rianimarlo sono state già archiviate. Nessuna responsabilità anche da parte di Lorenzo Wittum, amministratore delegato di Astrazeneca. Il procedimento penale a suo carico è stato archiviato dal gup di Siracusa, Carmen Scapellato, accogliendo la richiesta del pm del 2 agosto 2022. «La notizia di reato è infondata».



Quindi, la famiglia del sottufficiale della marina militare di Augusta, morto a 43 anni per sindrome da distress respiratorio acuto (Ards), potrà al massimo contare su un indennizzo e un risarcimento da reazione avversa al vaccino. «Nella denuncia pensavamo che il lotto di Astrazeneca (codice lotto/fiala ABV2856, ndr) presentasse dei problemi, ma dalla verifica risultò che non era contaminato», commenta l’avvocato Dario Seminara, legale della famiglia, alla Verità. D’altra parte, evidenzia che la perizia disposta dal pm «ha accertato che il decesso era stato provocato dal vaccino, però la Procura ha richiesto l’archiviazione perché non risulta violata nessuna norma del codice penale».



PERIZIA “MORTE MILITARE CAUSATA DA VACCINO COVID”

A Stefano Paternò fu somministrata la prima dose di Astrazeneca l’8 marzo 2021, la morte sopraggiunse alle 3 di notte del giorno seguente. «La morte del militare non può che essere ascrivibile alla risposta individuale al vaccino, indotta da uno stato di sensibilizzazione al Sars-CoV- 2», si legge nella perizia depositata il 25 maggio del 2021, come riportato dalla Verità. Il militare ebbe «una risposta infiammatoria abnorme al vaccino, stimolata dal pregresso contatto con il virus (dimostrato dalla positività all’Rna su tampone e dalla presenza di IgG a titolo significativo) e sostenuta da una risposta citochinica che ha indotto un eclatante e drammatico danno polmonare, con la conseguente Ards». A Paternò, che era stato un positivo asintomatico, risultò fatale «un complesso meccanismo di risposta immunitaria certamente esagerata».



Quando fu vaccinato, c’era un rigido protocollo di vaccinazione da rispettare, in base al decreto dei ministri della Difesa e Salute il 16 maggio 2018, che impone anche di «compilare l’anamnesi patologica e pre vaccinale con particolare attenzione alla ricerca di controindicazioni e precauzioni alla specifica vaccinazione». Stando a quanto riportato dalla Verità, la prassi è stata disattesa. D’altra parte, come scritto dal pm Gaetano Bono, «in quel momento l’Oms riferiva che il vaccino Astrazeneca fosse sicuro nelle persone con precedente infezione da SarS-CoV-2». Inoltre, cita anche accertamenti relativi alla farmacovigilanza, che «hanno consentito di escludere la sussistenza di problematiche da riconnettere al vaccino Astrazeneca».

“ASTRAZENECA HA OMESSO ARDS IN AVVERTENZE”

Dunque, è stata archiviata anche la posizione dell’amministratore delegato di Astrazeneca. Il Rivm in Olanda, laboratorio incaricato del controllo e rilascio di ogni lotto di vaccino anti Covid della causa farmaceutica, ha escluso contaminazioni. Il pm, come riportato dalla Verità, riconosce che «in teoria, un’ipotesi di responsabilità penale», a carico di Astrazeneca, «potrebbe consistere nell’avere omesso di indicare nelle avvertenze […] la sussistenza di un rischio di potere sviluppare l’Ards in soggetto positivo al Covid-19 sia pure asintomatico o paucisintomatico e, dunque, avere impedito al vaccinando di potere scegliere se sottoporsi precauzionalmente a tampone […] e potersi dunque vaccinare in sicurezza […] sulla scorta di un consenso informato completo ed effettivo, o sottoporsi a test sierologico per accertare […] l’eventuale presenza di anticorpi già sviluppati quale segno di una pregressa infezione». D’altra parte, «mancherebbero dati oggettivi». Il militare è morto subito dopo la prima dose, ma questo non basterebbe per il pm, che infatti scrive: «Anzi, se volessimo trarre una conclusione tenendo conto dell’insieme delle ri- sultanze tra cui l’analisi dei dati della farmacologia, possiamo dire che i vaccini sono sicuri».