Dalla crisi in Ucraina alle ricadute sull’economia italiana, Stefano Patuanelli ha fatto il punto a Oggi è un altro giorno. Il titolare dell’Agricoltura ha esordito analizzando le difficoltà sul grano: «Tra Russia e Ucraina importiamo il 5% del fabbisogno di grano tenero, non siamo autosufficienti per il grano duro. Più delicata la questione del mais, dove quello ucraino era il mercato più importante. Il vero problema è il caro energia, è il tema principale da affrontare: per il settore primario è più difficile fare utili, basta una minima fluttuazione dei costi per eliminare la quota di reddito».



«La durata di questo conflitto non è una variabile indifferente. Questo potrà incidere alla lunga sull’approvvigionamento di materiali», ha proseguito Stefano Patuanelli, che ha anche parlato del dossier gas, con Italia e Ue al lavoro per raggiungere l’indipendenza dalla Russia: «Andiamo verso una stagione in cui l’uso del gas è più limitato. Di Maio e Eni stanno individuando fonti di approvvigionamento diverse da quelle russe».

STEFANO PATUANELLI: “NO AUMENTO SPESA PER LE ARMI”

«La vera indipendenza energetica dobbiamo spingerla attraverso le fonti rinnovabili. E’ importante aumentare il più possibile la produzione interna», ha rimarcato Stefano Patuanelli nel corso del dialogo con Serena Bortone. Il ministro ha poi commentato le ultime notizie sul conflitto in corso, confermando gli sforzi della comunità internazionale per arrivare a un accordo di pace: «Noi dobbiamo continuare con il rendere più difficile possibile la vita a Putin. Dobbiamo creare le condizioni affinchè sia conveniente anche a lui sedersi attorno a un tavolo».

Uno dei temi più dibattuti nelle ultime ore è l’aumento delle spese per le armi. Il Movimento 5 Stelle, partito di Stefano Patuanelli, è contrario alle indicazioni del governo e rischia di causare una crisi. Questa l’analisi del grillino: «L’accordo sull’aumento al 2% del Pil per le spese militari è del 2014, Conte non ha rimesso in discussione quell’accordo. Il disegno di una difesa comune europea va valutato con grande attenzione e avrà bisogno di sostegno economico. Oggi preferisco i dodici miliardi di differenza tra le spese attuali e le spese al 2% del Pil per sostenere gli agricoltori perchè rischio di restare senza cibo. La priorità in questo momento è investire risorse per dare risposte a cittadini e imprese che stanno pagando il prezzo di una guerra assurda, dopo due anni di pandemia – le parole di Stefano Patuanelli – Le decisioni del governo sono del governo nella sua interezza, non possono essere imposte a pezzi del governo: dovrà esserci una discussione. In questo momento abbiamo bisogno di risorse per fare sì che le nostre imprese non chiudano per sempre. Le imprese agricole non sono quelle della trasformazione e della manifattura: oggi si semina, si raccoglie tra mesi. Se perdiamo pezzi produttivi, non li recuperiamo più».