Il porto di Trieste negli ultimi giorni è balzato agli onori della cronaca per la ingente protesta scatenata dai portuali in contestazione contro l’obbligo di Green Pass per andare a lavorare: una figura su tutte è emersa tra media e interventi nel sciopero indetto dal 15 al 20 ottobre in tutto il porto (con adesione però al momento molto scarsa), ovvero Stefano Puzzer, leader del Coordinamento dei portuali di Trieste (Clpt).



Ebbene, dopo lo scontro molto acceso avuto a distanza con Governo e autorità cittadine, il portavoce del Clpt ha deciso di dimettersi annunciandolo stamane su Facebook: «Allora cosa molto importante in data odierna ho rassegnato le dimissioni dal Clpt Trieste poiché è giusto che io mi assuma le mie responsabilità. Una di queste è la decisione di proseguire il presidio fino al 20 di ottobre. Firmato Stefano Puzzer». La decisione, conclude Puzzer, è «soltanto mia non è stata forzata da nessuno anzi non volevano accettarle ma io l’ ho preteso».



MISTERO SULLA “RETROMARCIA” DEL LEADER DEI PORTUALI

Il gesto arriva però al termine di 48 ore molto convulse a Trieste dove lo sciopero ha generato sì disagi ma non ha bloccato affatto il porto permettendo l’economia di non stopparsi dopo la “minaccia” di blocco nazionale emersa tra giovedì e venerdì scorso (non solo tra portuali). L’assumersi le responsabilità di cui parla Puzzer riguardano infatti la scelta di annunciare ieri la fine dei blocchi a Trieste, salvo poi scusarsi con tutti i dissenti “No Green Pass” che avevano contestato questa sua decisione. Lo stesso Puzzer davanti ai manifestanti stamattina ha motivato la scelta delle sue dimissioni, come riporta l’ANSA: «dimesso sia dal ruolo di vicepresidente sia dal Coordinamento lavoratori portuali Trieste in seguito al caos generato dal comunicato e di ieri sera, perché sono errori che ho commesso io. Non voglio che la responsabilità cada su di loro». L’ex leader dei portuali spiega poi che la sua personale protesta continuerà fino al 20, ma anche di più: «tornerò a lavorare solo quando il Green Pass verrà ritirato. Andrò a portare pizze piuttosto oppure da Samer, dove non serve il Green Pass». Spiegando ancora meglio le ragioni di queste dimissioni improvvise, Puzzer conclude «non sono il dio di nessuno, uno che parla perché forse sa parlare meglio degli altri, perché è meno timido degli altri, ma questa lotta contro il decreto è di tutti i lavoratori portuali, di tutti i lavoratori italiani». La protesta sembra a questo punto diminuire nell’impatto di numeri e presenze ai blocchi di Trieste: stamane solo una quindicina di portuali erano ancora a favore dello sciopero ad oltranza, riporta il sito online di “Repubblica”.