Stefano Savi è una doppia vittima: quelle cicatrici che ancora oggi sono visibili sul suo corpo sono frutto in uno scambio di persona. Tutto risale a quattro anni fa, quando Savi viene fermato da Alexander Boettcher e Martina Levato vicino casa e viene aggredito con l’acido. A soli 25 anni, Stefano paga lo scotto di assomigliare troppo a Giuliano Carparelli, il fotografo al centro del mirino della coppia dell’acido. Studente modello, il ragazzo rientrerà nel piano di Martina di purificare la sua vita passata, di cancellare quelle tracce di rapporti carnali che non piacciono al compagno. “Non posso tornare indietro. Per restituirmi il mio aspetto fisico lavorano i medici, ho fatto tantissimi progressi, ma è molto lunga. Io lavoro su me stesso, ho imparato a non avere fretta”, racconta Savi a Il Corriere della Sera. Dovrà sottoporsi a 44 interventi di chirurgia e in programma ce ne sono degli altri. “Ho visto cambiare per due volte la faccia che ogni mattina vedo nello specchio”, sottolinea a La Repubblica. Il primo trauma per Stefano è stato vedersi sfigurato, poi il cambiamento grazie alle operazioni, che gli hanno permesso pian piano di riconoscersi sempre di più. In quegli anni tra l’altro Stefano era ad un passo da conseguire la laurea in economica e ad oggi non ha smesso di nutrire il desiderio di completare gli studi. Per riuscire a studiare però dovrà attendere il trapianto di cornea all’occhio sinistro.
Stefano Savi, Seconda Vita: un ragazzo che non ha smesso di essere positivo
Non ha smesso di essere positivo Stefano Savi, il ragazzo sfigurato dalla coppia dell’acido. Martina Levato però negherà sempre di aver partecipato al suo agguato, mentre Alexander Boettcher gli invierà una lettera in seguito all’arresto. “Non l’ho aperta. I messaggi che leggo sono quelli di chi da anni mi scrive su Facebook per darmi forza, per dirmi di non mollare”, racconta il ragazzo a La Repubblica. Oggi, mercoledì 30 ottobre 2019, Stefano Savi racconterà la sua storia e la sua rinascita di fronte alle telecamere di Seconda Vita, il programma condotto da Gabriele Parpiglia e in onda in prima serata su Real Time. A regalargli forza in più per superare tutto, per non smettere di lottare, è stata anche la sua famiglia: i genitori e il gemello, Luca Savi. “Mio padre Alberto c’è sempre stato nei momenti più duri, anche nelle aule dei processi”, aggiunge ripensando a quei terribili giorni. Anche se si sta riprendendo dalle ferite del corpo, Stefano sa bene che servirà dell’altro tempo per riuscire a rimarginare le cicatrici della mente. “Ancora non mi sento pronto per cominciare una relazione con una ragazza”, aggiunge, “ma so che verrà il momento. Nella vita contano la forza di volontà e l’essere aperti agli affetti”.