Dopo poco più di due anni dalla notizia – che lasciò tutti i fan e i tifosi senza parole ed estremamente preoccupati – l’ex campione juventino Stefano Tacconi è tornato a parlare con la redazione del Messaggero della rottura di un’aneurisma che nell’aprile del 2022 gli causò una complessa (e potenzialmente letale) ischemia cerebrale che l’ha costretto – prima – a letto per qualche mese e – poi – ad affrontare una complessa riabilitazione durata fino all’ottobre del 2023: un percorso difficile, ma che gli ha lasciato un grandissimo ed importante bagaglio di esperienze e ricordi.



Parlandone con il Messaggero – infatti – Stefano Tacconi ricorda che “quello che è successo mi ha cambiato” dato che se prima era certo di essere “invincibile”, ora è riuscito a “[prendere] coscienza dei miei limiti” diventando “più attendo alle cose” che lo circondano e – soprattutto – più cosciente “dell’amore di chi mi circonda e mi è sempre stato vicino”: non a caso il campione ricorda che la primissima cosa che vide al risveglio fu la sua amata Laura che rimase “lì accanto al letto a parlarmi e tenermi la mano” per tutta la durata della convalescenza.



Non solo, perché Stefano Tacconi ricorda anche distintamente che al risveglio “non ricordavo nulla” di quello che gli fosse successo, così come nei giorni immediatamente successivi “dimenticavo quello che mangiavo”: pian piano ha imparato a tornare alla “normalità” affrontando la riabilitazione – come sempre aveva fatto in vita sua – “come una lunga partita da giocare al meglio e vincere” a tutti i costi.

Stefano Tacconi: “Il calcio di oggi? È troppo noioso e ci sono pochi campioni”

Dalla malattia il discorso di Stefano Tacconi passa ben presto al calcio che continua a rimanere “il mio mondo (..), una parte di me” fedelmente nutrita dalla comodità della sua abitazione, pur confessando che gli lascia sempre di più un certo senso di amaro in bocca: non gli piace – definendola addirittura “una iattura” – il gioco dal basso che coinvolge anche il portiere, il cui punto debole sono (notoriamente) proprio “i piedi”, così come ritiene abusato il Var che “interviene su tutto” generando inevitabilmente “polemiche”.



In generale, nel calcio di oggi – soprattutto se rapportato al ‘suo’ – Stefano Tacconi critica il fatto che ci siano troppe “partite noiose” a causa della quai completa assenza di “campioni” che lascia interamente le partite in mano agli allenatori; mentre se dovesse indicare il suo attuale portiere preferito – che mai eguaglierà il suo idolo di sempre che sostiene essere “l’estroso Ricky Albertosi” – sceglierebbe “Meret” che ha recentemente ottenuto “la fiducia del Napoli”.