Stefano Veneruso è il nipote del grande e compianto Massimo Troisi. “Lui mi ha dato veramente tantissimo, come del resto a tutti” ha riconosciuto ospite nel salotto del programma L’Ora Solare, in onda su Tv2000. Uno zio che però “non voleva essere chiamato zio, ma solo Massimo. La cosa buffa era che lui dava del voi a suo padre, perciò per me lui era già rivoluzionario”.



Di Massimo Troisi, Stefano Veneruso ricorda che “aveva un rapporto speciale con mia madre, che era la prima sorella” e che “ogni tanto cercava di comunicarmi delle cose attraverso delle frasi bellissime. C’è ancora tanto di Massimo da scoprire nelle cose in cui lui ha dato tantissimo, soprattutto nella carta stampata. Lui ha rilasciato tantissime memorabili interviste, grazie alle quali ho scoperto la sua ironia, il suo punto di vista”. Pezzi di storia scritta che “quando vai a rileggere le sue centinaia di interviste ti chiedi ‘ma come fa in cinque righe ad esprimere un mondo in quel modo, con ironia e con profondità?’”.



Massimo Troisi nei ricordi del nipote Stefano Veneruso: “era autentico e amava giocare”

Dello zio, Stefano Veneruso ospite a L’Ora Solare vuole ricordare che “lui era così come lo abbiamo conosciuto: la grandezza di Massimo è proprio l’autenticità, lui era così di fronte a qualsiasi persona e qualsiasi situazione. Poteva scatenare dei silenzi incredibili oppure comportarsi come un bambino e mettersi a giocare a carte e a calcio”, svelando che “amava il gioco in generale, anche con le parole e lo sfottò”. Anche quando svolgeva la sua vita quotidiana, il nipote conferma che “se c’era una cosa simpatica e divertente da dire lui la diceva”, ricordando un aneddoto di quando “un attore portò le fotografie in studio e poi incontrò Massimo alla porta, per caso, e lui gli disse che non le avrebbe buttate con quello che costavano le fotografie. Lui dava valore agli altri ed era molto rispettoso”.



C’è anche un altro momento condiviso tra loro due che Stefano Veneruso vuole condividere con i telespettatori, il cosiddetto “momento cinema” quando Massimo Troisisoprattutto nel periodo da single, mi chiamava in ufficio. Lui andava per autore, io andavo a comprare i film e lui li guadava tutti, iperconcentrato. Non potevi muoverti e non potevi respirare”.

Stefano Veneruso, nipote di Massimo Troisi “era pronto per il trapianto di cuore”

Stefano Veneruso svela anche come lo zio Massimo Troisi fosse in realtà una persona timida al di fuori del palco, ma nonostante questa caratteristica  “lui mi diceva che l’improvvisazione non si improvvisa. Quando c’era qualcosa di forte, lui sapeva che stava facendo qualcosa di memorabile” nonostante la sua innata timidezza. Vuole anche svelare un piccolo ma importante dettaglio, una vera e propria particolarità dello zio: “se tu prendi qualsiasi sua dichiarazione o pensiero e la traduci funziona sempre. Non c’è mai l’equivoco della parola nelle cose dette da Massimo, c’è sempre qualcosa di profondo. Questo l’ho scoperto andando all’estero

Infine, Stefano Veneruso affronta anche il delicato e doloroso ricordo del giorno in cui Massimo Troisi morì, in seguito a un attacco cardiaco conseguente alla febbre reumatica, appena dodici ore dopo aver terminato di girare la pellicola ‘Il Postino’. “Lui era pronto per il trapianto di cuore – ricorda il nipote, ospite a L’Ora Solare – Lui aveva finito tutto, il venerdì era pronto. Il sabato ci siamo svegliati e poi ha detto a mia mamma che il caffè l’avrebbe preso dopo, era davvero stanco”.