Il professor Stefano Zecchi è stato ospite stamane in collegamento di Uno Mattina in Famiglia per parlare della paternità che in Italia che arriva sempre più in ritardo: “Incertezza sul futuro, difficoltà economiche – le parole del professore cercando di motivare il problema – paure che sono costruite anche dalla nostra politica e dalla nostra situazione sociale… uno fa un ragionamento serio e pensa di rimandare fino a che non sarà giusto costruire una famiglia”.
In studio anche Costanza Di Quattro, nota scrittrice, che ha aggiunto: “Vale anche di più per le donne, ci sono difficoltà fisiche dopo il parto, la situazione politica e lavorativa non agevola, poi ci vuole un senso di responsabilità nel mettere al mondo dei figli, responsabilità importanti che perdurano per il resto dell’esistenza, tutte le altre cose finiscono ma i figli no”. Il professor Zecchi è diventato padre a 59 anni: “Sono state particolari circostanze della vita, ne parlo malvolentieri perchè io ho patito moltissimo la separazione dei miei genitori a fine anni ’50, l’ho vissuta quasi come una mia colpa, gestita male, erano anni che la separazione significava molto di più quello che è oggi, non avevo nessuna idea e propensione che se avessi avuto un figlio avrebbe dovuto patire ciò che ho patito io”.
STEFANO ZECCHI: “DIVENTARE PADRE E’ STATA UNA RIVOLUZIONE ANTROPOLOGICA”
“Ho cercato di essere il più sicuro possibile – ha precisato Stefano Zecchi – con la persona con cui mi sarei sposato e avrei avuto un figlio, ho aspettato molto”. Costanza Di Quattro è divenuta invece madre a 21 anni: “Non è stato voluto ma appena abbiamo ricevuto la notizia è stata la gioia più grande che potessi ricevere, devo dire una cosa alle ragazzi giovani che vogliono diventare madri, che i miei figli avuti a 21 e 25 anni sono stati il grande volano della mia vita e della mia carriera”.
La scrittrice ha aggiunto: “Se non avessi avuto la spinta di questi bimbi che oggi sono adolescenti tutto ciò che ho fatto non lo avrei fatto, loro sono stati un grande motivo, io sono per la genitorialità giovane ma il mio caso è stato un caso fortunato, avevo nonni, genitori a mia disposizione e quella è una grandissima fortuna”.
STEFANO ZECCHI: “DIVENTARE PADRE E’ STATA UNA RIVOLUZIONE ANTROPOLOGICA”
Di nuovo Zecchi: “Non so quali possibili vantaggi avrei avuto in età corretta, ma per me è stata una rivoluzione antropologica, mi ha fatto capire il senso della vita, la vita vuole i figli, andare avanti, un’esperienza straordinaria, ha rimesso in discussione i valori dell’esistenza, ti apri ad una generosità che non immaginavi. Fino ai 12 anni è stata un’esperienza bellissima, poi crescono e senti questo abbandono giustissimo e ritorni in te stesso e speri di aver dato qualcosa, quello che non ho ricevuto io spero che lo abbia ricevuto mio figlio”.
E ancora: “Il padre è la storia, togli il padre e togli una radice, ma ciò non significa che io non abbia grande ammirazione per donne e madri che suppliscono la figura del padre come mia madre. Io mi auguro sempre che una famiglia sia fatta da un padre e da una madre, il padre è autorevole e la madre protettrice, il padre debba essere una figura sempre più sostenuta culturalmente, oggi è un po’ abbandonato a se stesso”, Costanza Di Quattro conclude: “Io ho avuto un padre molto giovane e il padre dei miei figli è molto giovane, una figura solida dà un senso di grande sicurezza per la famiglia”.