«Quando si vieta qualcosa è certamente un vulnus della democrazia, bisognerebbe capire perché si arriva a questo. Messe da parte le considerazioni sulla validità del blocco di questo tipo di manifestazioni e le questioni relative alla non comprensione del problema, perché accade questo?»: così Stefano Zecchi ai microfoni di Agorà sul divieto posto a Trieste dopo gli scontri delle ultime settimane.



Stefano Zecchi si è poi soffermato sulle criticità nella comunicazione politica: «Pensiamo alla manifestazione di Novara, c’è una realtà politica-culturale che non viene compresa. Mettiamoci una mano sulla coscienza: come è stata gestita dalla politica la vicenda tragica della comunicazione della pandemia? Questo non giustifica delle prese di posizioni fuori da un senso culturale, ma giustifica qualcos’altro: non c’è un’autorevolezza dello Stato di definire strategie di comunicazione e di comportamento, per cui poi si va allo sbando».



STEFANO ZECCHI: “POLITICA HA TRASFORMATO COVID IN UN TALK-SHOW”

«C’è una parte di facinorosi che si infiltra sempre, ma è endemico alla società», ha proseguito Stefano Zecchi: «Questa è una situazione che nasce da una politica della comunicazione che molte volte ha trasformato il Covid in un talk show: questo può portare a quelle manifestazione, alla totale scomposizione della realtà storica su un’altra realtà storica». Stefano Zecchi ha poi parlato dell’obbligo di green pass: «E’ possibile che io debba usare il green pass per andare al ristorante e non in metropolitana? C’è un problema di governo politico della questione. E’ inutile fermarsi sui principi generali, non possiamo condividere il processo politico che porta a queste cose. C’è una grande celebrazione della politica di Draghi, ma questa viene fuori perché c’è stato uno che ha buttato a gambe all’aria l’altro governo, altrimenti avremmo ancora quelli di prima. Da Arcuri parte l’idea di una comunicazione molteplice, mentre negli altri Paesi parlava uno solo. La politica deve prendersi responsabilità e impegno».

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