Sono ormai più di cinque anni che Julian Assange vive dietro le sbarre, rinchiuso per aver pubblicato dei documenti riservati degli Stati Uniti. Al suo fianco è sempre rimasta la moglie Stella, madre dei suoi due figli, Gabriel e Max, di 7 e 5 anni: la donna ha conosciuto l’attivista quando lui era rinchiuso nell’ambasciata ecuadoriana a Londra e lei era proprio il suo avvocato. Sulle pagine del Corriere della Sera, racconta che il marito sta leggermente meglio dopo che l’Alta Corte britannica ha concesso all’uomo di far ricorso contro la richiesta di estradizione negli Usa, dove rischia fino a 175 anni di carcere. “Ero preoccupata per lui perché era stato malato tutta la settimana. I momenti prima dell’udienza sono stati carichi di tensione, non ha dormito per notti intere. Poi, dopo il verdetto, il suo sistema immunitario è crollato”.
La prossima udienza si svolgerà prima della chiusura delle aule di tribunale per l’estate: non è ancora chiara la data ma ciò che è certo è che in caso di sconfitta, Assange potrà rivolgersi alla Corte Suprema britannica. Davanti al giornalista e fondatore di Wikileaks, però, ci sono ancora anni di battaglie, probabilmente nel Regno Unito. Quando le viene chiesto se il marito comparirà in aula, come non fa ormai da tempo, Stella Assange spiega che è molto difficile da dire: “Il viaggio stesso dalla prigione di massima sicurezza di Belmarsh al tribunale è molto stressante e fisicamente impegnativo. Deve alzarsi all’alba e sopportare perquisizioni multiple, comprese quelle corporali. E il viaggio stesso, due ore nel traffico, avviene in un furgone ad alta sicurezza, una bara verticale, dove è isolato dagli altri prigionieri. Poi, quando si avvicina al tribunale, i finestrini vengono oscurati”. Un percorso troppo complicato per Julian, che versa in condizioni fisiche precarie.
Stella Assange: “Ecco cosa farò se Julian verrà mai liberato”
Le condizioni fisiche di Julian Assange non sono delle migliori e purtroppo fanno il paio con quelle psicologiche. L’amministrazione penitenziaria lo controlla regolarmente, viene monitorato, eppure non ha l’assistenza di cui avrebbe bisogno, come denuncia Stella, la moglie: secondo la donna, il marito non riceve le cure adeguate per le sue condizioni. Di recente si è parlato di un possibile accordo con gli Stati Uniti, una sorta di patteggiamento. Stella Assange spiega: “L’amministrazione Biden non è così aggressiva come quella Trump. E sappiamo anche che alla Casa Bianca ci sono persone che vogliono trovare una soluzione. Ma credo che sarebbe nell’interesse di tutti – perché la libertà di stampa riguarda ciascuno di noi – se Biden si comportasse in modo diverso da Trump“.
Un giorno, se l’attivista venisse liberato, il sogno della moglie è solamente uno: passare del tempo tranquilli come coppia e come famiglia, avere del tempo solamente per loro. “Ai bambini cerco di dare delle certezze: dico loro che Julian tornerà a casa e che è solo questione di quando e che ci sono molte persone che combattono per lui. Il piccolo (Max, ndr) è davvero ossessionato dall’idea di andare in campeggio con il padre perché non siamo mai stati in campeggio ancora. Quindi, sì lo lascio libero di immaginare. Ma la verità è che ci troviamo in una situazione incerta” conclude Stella Assange al Corriere della Sera.