Stella Morris, moglie e avvocato di Julian Assange, è stata intervistata nella serata di ieri dai microfoni del programma di La7, PiazzaPulita. Si parla ovviamente dei documenti secretati che sono stati pubblicati tramite Wikileaks, a cominciare dalle immagini riguardanti l’Iraq: “Le immagini dell’Iraq – spiega Stella Morris – hanno reso pubbliche le prove della morte di centinaia di migliaia di civili e i crimini di guerra connessi, sono informazioni importantissime perchè se non siamo in grado di sapere cosa accade veramente, le vittime di guerra non avranno mai giustizia, moriranno e sarà come se non fosse mai successo, nessuno lo saprà mai, l’unica giustizia che possono ottenere è la verità”.
Sui documenti riguardanti il pensiero della Russia sull’avvicinamento dell’Ucraina alla Nato, risalente ad anni fa: “In quel documento c’è l’analisi che fece William Burns, all’epoca ambasciatore degli Usa a Mosca oggi direttore della Cia, quelle sue parole erano condivise da molti mentre ora sono cose di cui non si può neanche parlare. i documenti pubblicati da Wikileaks sono molto importanti perchè sono una riserva di verità e informazioni non manipolate sulla storia contemporanea”.
STELLA MORRIS, MOGLIE JULIAN ASSANGE: “LA STAMPA DEVE POTER FARE IL PROPRIO LAVORO LIBERAMENTE”
Il New York Times recentemente ha svelato che l’intelligence americana avrebbe aiutato gli ucraini ad uccidere i generali russi, informazione però smentita dal Pentagono: “Il Nyt – replica Stella Morris, moglie di Julian Assange – deve poter fare il proprio lavoro liberamente, abbiamo di fronte a noi il rischio di una guerra nucleare, non possiamo iniziare a stringere l’attività della stampa proprio nel momento in cui il suo ruolo è fondamentale. I governi fanno quello che tendono sempre a fare, controllare il flusso di informazioni, è per questo che il caso di Julian è un segnale per i giornalisti, dimostra loro che rischiano di essere imprigionati se non si allineano”.
Sul fatto che i governi lamentino che le informazioni riservate se diffuse mettano a rischio la sicurezza nazionale, Stella Morris replica così: “Chi è al sicuro? Guardiamo i fatti, sono le vittime che non sono al sicuro, non ottengono mai giustizia, sono questioni che vengono sollevate per impedire di pubblicare notizie importante e servono a proteggere i poteri per nascondere le loro azioni”. Chiusura dedicata alla vicenda giudiziaria di Julian Assange: “Questo è un caso politico, la base di tutto il processo è sbagliata, l’amministrazione Biden potrebbe far cadere ogni accusa in qualsiasi momento, sono già tre anni che Julian è in carcere, se venisse estradato gli aspettano 175 anni di prigione in America”.