Stellantis annuncia la cassa integrazione e del contratto di solidarietà per 1000 operai dello stabilimento di Torino Mirafiori nel reparto che lavora alle nuove Maserati, il motivo sarebbe la mancanza di commesse, ma come affermano i sindacati, si tratta della conferma che la produzione è stata ridotta al minimo. Sembra infatti una contraddizione, soprattutto alla luce delle ultime dichiarazioni dell’amministratore delegato Carlos Tavares che aveva annunciato in un’intervista al Quotidiano Nazionale obiettivi ambiziosi ed un piano che doveva interessare proprio lo stabilimento con investimenti miliardari per l’aumento della produttività.



Solo qualche ora dopo però è stato firmato l’accordo con i lavoratori che prevede il prolungamento degli ammortizzatori sociali fino a fine dicembre, con causale contratto di solidarietà. Probabilmente, come sottolinea il quotidiano Libero, il Ceo aveva già firmato le disposizioni per i dipendenti quando parlava del rilancio dello stabilimento. Ed oltre alla Maserati si fermerà anche la produzione della 500Bev dal 25 marzo fino al 2 aprile, sempre per mancanza di commesse.



Stellantis, Sindacati: “Uso ammortizzatori e tagli al personale sono strutturali”

Stellantis mette in cassa integrazione straordinaria 1000 operai dello stabilimento di Mirafiori. L’atteggiamento del gruppo nei confronti degli operai, come sottolineano i sindacati, ha dimostrato che nel tempo l’uso degli ammortizzatori sociali e dei tagli al personale è cresciuto sempre di più fino a diventare strutturale, è evidente l’incoerenza con le dichiarazioni ufficiali del Ceo, alle quali comunque le associazioni dei lavoratori in verità avevano creduto poco. Con l’occasione quindi è stato annunciato uno sciopero dei settori produttivi per il 12 aprile a Torino.



Ora però il problema più grande da affrontare sarà quello del futuro, perchè, il gruppo prosegue con le richieste per spingere sugli incentivi statali per l’elettrico, nel frattempo però stringe accordi all’estero e blocca la produzione in Italia. Si teme una ulteriore delocalizzazione. Nel frattempo il ministro Urso prosegue con l’intenzione di ricercare un secondo produttore con sede in Italia, ipotesi che Tavares aveva commentato così: “Se dobbiamo combattere con la concorrenza combatteremo come abbiamo sempre fatto“, tuttavia aveva evidenziato che per il mercato delle auto elettriche in Italia, più che i produttori mancherebbero i consumatori.