Mirafiori parlerà cinese? Da polo del lusso a low cost, perché Stellantis starebbe valutando la possibilità di produrre a Torino fino a 150mila veicoli elettrici dal partner cinese Leapmotor, di cui il gruppo Stellantis è diventato azionista strategico alla fine di ottobre con un investimento di 1,5 miliardi. L’indiscrezione di Automotive News Europe trova conferma nelle parole del Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, il quale al termine della scorsa settimana aveva dichiarato: «Se avremo l’opportunità di produrre vetture di Leapmotor in Italia lo faremo, se avesse senso dal punto di vista economico, è uno dei grandi asset che portiamo e che potremmo portare sul mercato europeo».
L’impianto di Mirafiori, uno dei stabilimenti automobilistici europei più antichi, al momento produce la Fiat 500 elettrica e alcuni modelli della Maserati, come la Levante, che però uscirà di produzione a fine marzo. Da una settimana gli operai sono in cassa integrazione e lavorano su un solo turno. Quindi, aggiungere la produzione di 150mila auto elettriche della Leapmotor potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno per Mirafiori. Inoltre, consentirebbe a Stellantis di rispettare l’impegno preso col governo per incrementare la produzione in Italia dai 750mila veicoli dell’anno scorso a un milione entro la fine del decennio. D’altra parte, Leapmotor così potrebbe aggirare potenziali dazi che l’Ue potrebbe imporre alle importazioni di auto cinesi.
STELLANTIS, AUTO ELETTRICHE CINESI PER RILANCIARE MIRAFIORI?
Mirafiori potrebbe cambiare marcia. Nei giorni della crisi più buia, spunta il progetto industriale di Stellantis per produrre a Torino le mini auto elettriche della startup tecnologica cinese Leapmotor. In base all’accordo stretto, le vetture elettriche verranno assemblate anche in Europa e vendute a prezzi competitivi, intorno a 20mila euro. Dunque, lo stabilimento in pole position per ospitare i modelli cinesi, come la To3 ritenuta dai detrattori molto simile alla Fiat 500, sarebbe proprio Mirafiori. Se confermato, l’investimento porterebbe una produzione di 150mila auto elettriche a partire dal 2026. Inoltre, la piattaforma di Leapmotor porterebbe con sé l’innovazione tecnologica cell to chassis, in cui i moduli delle batterie sono installati direttamente nel telaio della vettura.
«Noi non poniamo alcun pregiudizio e siamo pronti a dare in nostro contributo», ha dichiarato Rocco Cutrì, segretario generale della Fim Cisl Torino, a patto che il progetto garantisca occupazione e mantenimento del settore industriale col suo indotto. Neppure Luigi Paone, segretario di Uilm Torino, fa distinzione di brand e di provenienza delle tecnologie: «Siamo aperti a tutti i costruttori, l’importante è portare del lavoro a Mirafiori in modo da aumentare la produzione». Invece, come riportato dal Corriere della Sera, Fiom attende passi concreti. «Per Torino è necessario ottenere al più presto nuovi modelli e volumi produttivi. Noi vogliamo discutere apertamente con il gruppo di quante vetture, quali modelli, con quante persone, quante assunzioni, quali i tempi di messa in produzione», ha dichiarato Edi Lazzi, segretario della Fiom torinese.