Stellantis chiede fondi al governo Meloni, ma invita un terzo di 45mila lavoratori italiani a dimettersi e ad incassare dall’Inps anche l’assegno di disoccupazione. A rivelare il retroscena è Libero, partendo dalla richiesta di un miliardo circa di euro, minacciando in alternativa di abbandonare gli stabilimenti per la produzione di auto elettriche. Ma nel dicembre 2023 è stata inviata via mail a 15mila dipendenti, un terzo dell’attuale forza lavoro, la proposta formale di «recedere il contratto di lavoro» offrendo fino a 190mila euro di buonuscita a seconda del ruolo, dell’anzianità della base retributiva. Anche in precedenza c’erano state sollecitazioni di questo tipi, ma con importi ridotti e una platea di lavoratori prossimi all’età pensionabile.



Questo “bonus” per andar via rappresenterebbe il tentativo di alleggerire gli organici in Italia. Il timore, però, è che si voglia smantellare la platea impiegatizia nazionale per far traslocare i lavoratori più giovani in Francia. Non mancano segnali di questo tipo. Ad esempio, dalla Slovacchia sono stati mandati a Melfi alcuni operai da inserire in linea di montaggio e per apprendere i movimenti. Ci sono state trasferte di questo tipo da Melfi alla Francia, con buone indennità di trasferta (400 euro circa), ma senza alcuna formazione aggiuntiva per la sostituzione dei colleghi assenti.



STELLANTIS, SPUNTA IL PIANO DI ESODO INCENTIVATO

La paura dei dipendenti italiani è che Stellantis voglia smantellare il sistema produttivo, richiedendo incentivi all’Italia. Nei mesi scorsi una mail della direzione “risorse umane” ha sollecitato i dipendenti con una circolare interna. Un piano di esodo incentivato che, spiega Libero, è basato sull’età, gli anni di anzianità aziendale, tre mensilità aggiungenti e indennità di mancato preavviso. Inoltre, nella comunicazione si rassicura che chi non ha un nuovo lavoro potrà contare sulla Naspi, quindi su due anni di disoccupazione.



Un suggerimento “furbo”, perché così si scaricano gli ex lavoratori sulle spalle dell’Inps. La proposta, messa sul tavolo agli impiegati del gruppo il 27 ottobre 2023, è stata accolta con favore tra chi è vicino al pensionamento, ma di fatto le 15mila comunicazioni per i dipendenti italiani hanno lasciato il segno e sollevano dubbi sull’interesse del gruppo Stellantis per l’Italia. Del resto, è un piano che stride con quello di realizzare l’hub italiano delle batterie per il settore dell’automotive.