Stellantis produrrà nel 2024 meno macchina movimento terra, ovvero meno trattori e altri mezzi utilizzati nell’agricoltura. L’azienda che fa capo a Exor, la Cnh, ha visto infatti diminuire in maniera importante la produzione del segmento specializzata in escavatori cingolati o gommati, apripista, terne, movimentato telescopici, trattori e ancora livellatrici, tutti mezzi utilizzati per lavorare la terra, fondamentali per l’agricoltura e per le costruzioni. Come spiegato dai vertici dell’azienda, dal punto di vista economico il settore non era poi così redditizio: a pesare anche la stagione dei tassi di interesse al rialzo e la crisi dell’edilizia, come spiega La Verità.
Nel giro di qualche mese si è dunque passati alla cassa integrazione e alla semichiusura degli impianti, con varie sedi finite in solidarietà. Cnh al momento conta 14.000 dipendenti europei e 4.500 lavoratori in Italia: nel nostro Paese, ad esempio, reggono la produzione e le vendite di escavatori mentre crollano quelle dei trattori. Nel primo settore ci sono stati dei rallentamenti solamente nel sito di Lecce, con la cassa integrazione per un giorno a settimana, mentre a Jesi, nelle Marche, dove si producono trattori, la situazione è molto più seria.
Stellantis, in crisi lo stabilimento Cnh di Jesi
Fino a tre anni fa, a Jesi, nelle Marche, venivano prodotti oltre 17.000 trattori nello stabilimento Cnh di Stellantis, mentre per quest’anno le attese sono inferiori alle 10.000 unità. Dalla cassa integrazione ordinaria si è passati ai contratti di solidarietà per l’80% dei dipendenti e per dieci giorni a settembre l’impianto resterà addirittura chiuso, mentre a marzo è stata aperta la mobilità per 127 dipendenti su 915. Una situazione tutt’altro che rosea, dunque, come spiega La Verità.
Il coordinatore nazionale automotive della Fim Cisl, Stefano Boschini, sulle pagine de La Verità ha spiegato: “La speranza è che questi sforzi possano servire a riportare in pista il sito marchigiano, ma purtroppo le prospettive sono di un continuo peggioramento della situazione sia in questa fase finale del 2024 sia a inizio 2024. La crisi delle vendite di macchine è generalizzata, ma in Italia si sente di più. Negli incontri periodici con l’azienda ci è stato spiegato che oltre alla politica monetaria della Bce e alla congiuntura economica poco favorevole, stanno pesando le conseguenze dei due conflitti”.