Carlo Calenda, leader del partito Azione, intervistato dal Messaggero in merito alla deindustrializzazione e alla perdita di competitività delle aziende italiane, ha sottolineato una delle questioni più gravi, che riguarderebbe principalmente il gruppo Stellantis. Come sottolinea il senatore infatti, l’azienda ormai, da dopo la morte di Marchionne, ha iniziato a vendere e ad essere ceduta ad altre società, nonostante le richieste al governo di bloccare la trattativa attraverso il golden power. “Conte all’epoca decise di non farlo“, e questo attualmente è uno dei problemi più gravi, causati anche dal peso politico della famiglia Elkann, che fece promesse sul futuro degli stabilimenti e sul mantenimento dei posti di lavoro in Italia.
La stessa politica che Calenda definisce: “Debole ed incompetente” e che ha permesso solo ai capitalisti di fare i loro affari, garantendo anche le sovvenzioni pubbliche. Ed il fallimento di certe scelte sarebbe dimostrato anche dalla situazione attuale del confronto tra gli stabilimenti del gruppo in Italia e all’estero. “Nelle fabbriche francesi, è tutto pronto per la produzione dei motori elettrici, mentre in quelli italiani solo uno è al passo con i tempi“.
Calenda: “Errore del governo non bloccare la vendita di Stellantis, Elkann dia spiegazioni su promesse non mantenute”
Non aver impedito la vendita di Stellantis ai gruppi esteri è uno dei principali problemi che l’Italia deve affrontare e che penalizzano la competitività del paese rispetto alle altre nazioni europee. Secondo Carlo Calenda, ora “Elkann dovrebbe dare spiegazioni” e rispondere chiarendo perchè non ha mantenuto le promesse fatte all’epoca del governo Conte 2. Anche perchè, dice il senatore, “Di tutto quello che era stato assicurato non è accaduto nulla”, e “La produzione italiana si riduce al 30% del totale, compresi i nuovi modelli che sono spacciati per ‘Made in Italy’, ma sono prodotti in Serbia“. Di italiano l’ex Fiat non ha più nulla, però, continua a chiedere soldi per restare in Italia, ma alcune notizie dimostrerebbero il contrario.
Calenda afferma al Messaggero di essere in possesso di una lettera, nella quale si informano i fornitori italiani delle opportunità di spostare gli investimenti in Marocco. Anche per questo, il Ministro Urso vuole trovare un’alternativa all’industria dell’auto, una soluzione che però se non arriva in tempi brevi, contribuirà ad indebolire l’Italia nel mercato. Specialmente se il governo continua a permettere operazioni come quelle della vendita di Stellantis, notizia alla quale, secondo Calenda, non è stato dato il giusto rilievo, a causa della “complicità di una certa parte politica, della stampa e dei sindacati“.