Dalle parole ai fatti: Stellantis sospende per sette settimane la produzione di Maserati e Fiat 500 elettrica a Mirafiori e manda gli operai in cassa integrazione, dopo aver chiesto incentivi per le auto elettriche minacciando di fermare gli impianti. Dopo la smentita del presidente John Elkann alle indiscrezioni sulla fusione con Renault, la notizia della doccia fredda per gli operai di Mirafiori, mandati per un mese intero in cassa integrazione. Coinvolti 2.260 lavoratori della fabbrica, fermati dal 4 al 30 marzo, che si aggiunge alla cassa di integrazione chiesta dal 12 febbraio al 4 marzo. Quindi, in totale sette settimane. Le linee non si fermeranno del tutto: Stellantis ha fatto sapere ai sindacati che si lavorerà su un solo turno.
Di fatto, trova conferma il “ricatto” dell’ad del gruppo, Carlos Tavares, che nell’intervista a Bloomberg aveva chiesto sussidi per l’elettrico per evitare tagli e chiusure degli stabilimenti, indicando le prime vittime sacrificali, cioè Mirafiori e Pomigliano. «Penso che l’amministratore delegato di una grande società sappia che gli incentivi di un governo non possono essere rivolti ad una azienda nello specifico, e penso che si sappia anche che noi abbiamo investito circa un miliardo di euro sugli ecoincentivi, quindi non sono in grado di rispondere nello specifico perché quello che ho letto mi è parso abbastanza bizzarro», ha fatto sapere la premier Giorgia Meloni da Tokyo, al termine del vertice bilaterale con l’omologo giapponese Fumio Kishida.
SALVINI VS STELLANTIS “NON PUÒ IMPORRE O MINACCIARE”
«Con tutto quello che agli italiani è costata l’ex Fiat, l’attuale Stellantis è l’ultima che può imporre, disporre o minacciare. Diciamo che lo Stato ci è già entrato 18 volte con i soldi dei cittadini. Io sono per il privato, che faccia il privato ma è troppo comodo fare il privato come lo hanno fatto questi signori che poi hanno trasferito all’estero sedi e stabilimenti», l’attacco di Matteo Salvini al management di Stellantis riguardo l’eventuale ingresso dello Stato, come riportato dalla Verità. «Non penso che lo Stato italiano possa accettare imposizioni da signori che con l’Italia hanno poco a che fare».
Ma i sindacati sono preoccupati dal futuro delle fabbriche e riguardo l’occupazione. Infatti, per Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisl, ritiene che per mantenere la missione produttiva di Mirafiori sia necessario chiedere a Tavares l’assegnazione di un altro modello di «largo consumo» da affiancare alla Fiat 500 elettrica e di anticipare i lanci produttivi dei modelli Maserati.