Pochi giorni fa a Napoli, all’Istituto Bianchi, Sydney Savion, Chief Learning Futurist di Google, ha presentato e battezzato il progetto Stem4Sud, fondato da Carmine Esposito e Paola Ferrari, grazie al lavoro della Compagnia dei Figliuoli e dall’Accademia di Gagliato Globale, con partner importanti tra associazioni, centri di ricerca, imprese ed Università. Di questa iniziativa – che si prefigge lo scopo di favorire la diffusione delle materie Stem tra i giovanissimi del Mezzogiorno – la Savion è la Presidente del comitato scientifico. Il Sussidiario.net l’ha raggiunta per un’intervista.
Cosa l’ha spinta ad accettare la proposta di Stem4Sud di presiedere il Comitato scientifico del progetto? E quali sono i suoi obiettivi in questo ruolo?
Credo nella provvidenza e nello scopo del progetto e credo che la mia vocazione sia quella di usare i miei doni (come professionista e studioso nelle discipline delle scienze neuro-comportamentali e dell’apprendimento) per avere un impatto sociale significativo in questa vita. Non è quindi un caso che la mia vocazione sia confluita in quella di Paola Del Zotto Ferrari e del dottor Mauro Ferrari, fondatori della Gagliato Academy of Nanosciences. La mia passione per l’innovazione e l’educazione nei settori STEM è stata quindi la forza trainante della mia decisione di accettare la proposta di presiedere il comitato scientifico del progetto. I tre obiettivi principali di questo ruolo sono: 1) promuovere la collaborazione e l’innovazione all’interno delle comunità scientifiche, imprenditoriali e delle ONG, a fianco delle comunità che serviamo; 2) garantire che il progetto sia guidato dai dati più recenti, dai progressi e dalle migliori pratiche nella ricerca STEM; 3) utilizzare al meglio questo progetto per educare e sviluppare in modo misurabile comunità pronte per il futuro, il più presto possibile nel ciclo di vita educativo della scuola primaria.
Oggi il mercato del lavoro e le aziende richiedono competenze in materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche che sono difficili da trovare, e molte posizioni lavorative – anche nel Sud Italia, dove il tasso di disoccupazione è più alto – rimangono scoperte. Poiché il progetto mira a formare gli studenti più giovani, quali saranno le posizioni lavorative più richieste in futuro?
Con le attuali prospettive del contesto macroeconomico globale e l’accelerazione dell’avanzamento tecnologico che suscitano drammatiche incertezze, non ci troviamo di fronte a un punto di inflessione, ma a una chiamata all’azione, soprattutto per le comunità che sono già in ritardo nell’esposizione e nell’accesso alle materie STEM. Per questo motivo, non posso non sottolineare l’importanza di una solida base di competenze STEM per le future prospettive di lavoro. A mio avviso, le posizioni lavorative più richieste oggi e in futuro saranno quelle legate alle tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, la robotica, le biotecnologie, l’informatica e la scienza dei dati. Accanto a questi lavori, già oggi è necessario che gli studenti sviluppino il pensiero critico, la capacità di risolvere i problemi, la collaborazione, l’intelligenza emotiva e la creatività, che sono importanti per avere successo in tutti i lavori legati alle materie STEM e in quelli interdisciplinari. In definitiva, questo progetto cercherà di cogliere ogni opportunità per avvicinare i bambini alle materie scientifiche, scoprendo e sviluppando gli “Einstein perduti” delle STEM, per garantire che siano pronti per il futuro non solo per questo mercato del lavoro in rapida evoluzione, ma anche per risolvere i problemi più complessi del mondo.
Dal suo punto di vista, qual è il tasso di presenza delle donne nella tecnologia e nella scienza? Come possiamo lavorare per aumentare la loro partecipazione?
Ahhhh, sì… per me la questione della scarsità di donne nella tecnologia e nella scienza è ancora tanto sconcertante quanto affascinante. Vorrei sottolineare le recenti intuizioni del Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres che ha detto: “È sempre più evidente che i pregiudizi di genere nella scienza portano a risultati peggiori, dai test antidroga che trattano il corpo femminile come un’aberrazione, agli algoritmi di ricerca che perpetuano pregiudizi e discriminazioni. Eppure, in troppi luoghi del mondo, l’accesso delle donne e delle ragazze all’istruzione è limitato o completamente negato. Mentre le donne cercano di progredire nelle carriere scientifiche, le disuguaglianze e la discriminazione continuano a ostacolare il loro potenziale. Le donne rappresentano meno di un terzo della forza lavoro nei settori della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica, e ancora meno nei campi più avanzati. Solo 1 professionista su 5 che lavora sull’intelligenza artificiale è una donna”. Inoltre, sarei negligente se non riconoscessi che abbiamo ancora molto lavoro da fare per moderare i pregiudizi e le barriere sistemiche che storicamente hanno limitato la partecipazione delle donne. Detto questo, le donne sono ancora sottorappresentate nei settori tecnologici e scientifici, ma negli ultimi anni sono stati fatti alcuni progressi. Dal mio punto di vista, la migliore possibilità di aumentare la partecipazione femminile è iniziare con le ragazze il più presto possibile nel ciclo di vita educativo della scuola primaria, fornendo loro accesso all’istruzione e alle opportunità, nonché creando ambienti di sostegno che incoraggino e valorizzino la diversità e l’appartenenza. Come già detto, Stem4Sud si propone di colmare questo divario avvicinando i bambini di ogni provenienza alle materie scientifiche e, così facendo, spero che riusciremo a creare un futuro più inclusivo ed equo.
(Alessandro Milone)
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