Papa Francesco è stato operato nelle scorse ore al Policlinico “Angelo Gemelli” di Roma per via di una stenosi diverticolare sintomatica del colon, a proposito della quale il dottor Renzo Schalling, dirigente medico di primo livello dell’Endoscopia dell’ospedale di Vimercate, ha dichiarato a “Il Corriere della Sera” che si tratta di un’operazione che può essere affrontata con spirito tranquillo, in quanto, dopo pochissimi giorni, il paziente torna alla sua vita abituale. I giorni di degenza media variano da paziente a paziente e le complicanze specifiche potrebbero essere correlate a cedimenti dei punti di sutura o a infezioni.



Ma quali sono le cause di questo tipo di patologia? “Si tratta di una malattia legata in parte agli stili di vita che privilegiano un’alimentazione poco ricca di fibre, fumo, alcol, obesità, ma in parte anche a una predisposizione strutturale, ad un’alterata mobilità e all’età”. Fortunatamente, il Pontefice è segnalato in buone condizioni di salute e dovrebbe rimanere all’interno del nosocomio per un periodo di circa sette giorni. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



STENOSI DIVERTICOLARE SINTOMATICA DEL COLON: LA PATOLOGIA DI PAPA FRANCESCO

Si chiama stenosi diverticolare sintomatica del colon la patologia per la quale Papa Francesco è stato ricoverato e sottoposto ad un delicato intervento. E’ considerata la conseguenza della diverticolite, infiammazione dei diverticoli del colon e soprattutto negli anziani può portare ad un restringimento del lume rendendo difficile o impedendo il passaggio delle feci. La stenosi rappresenta solo una delle complicanze dei diverticoli che sono benigni e molto frequenti con l’aumentare dell’età. In generale si stima che ne soffra il 50% tra i 50enni, il 70% tra i 70enni e così via. A spiegare in maniera scientifica in cosa consiste tale patologia è il dottor Renzo Schalling, Dirigente medico di primo livello dell’Endoscopia dell’ospedale di Vimercate, che al Corriere della Sera ha asserito: “I diverticoli del colon sono delle estroflessioni del colon che possono passare inosservate senza provocare disturbi al paziente, a volte, però, possono procurare complicanze. Una di queste è che le infiammazioni possono diventare come una sorta di “cicatrici” sul colon, che portano a restringimenti del colon che sono appunto le stenosi interne. Questi restringimenti possono dar luogo a disturbi, per cui si parla di una “malattia diverticolare complicata” da dolori, alterazioni della regolarità intestinale o altro”.



Nei casi di forte infiammazione si procede talvolta con la terapia medica ma spesso si risolve con l’intervento chirurgico. Consiste in una operazione che prevede la resezione della parte compromessa. Spiega ancora l’esperto, rispetto all’intervento: “Viene fatto fuori dall’evento acuto, cioè una volta terminati infiammazione, perforazione, sanguinamento eventuali ed è un intervento programmato. Si tratta di tagliar via quel pezzo di intestino interessato dalla stenosi”.

STENOSI DIVERTICOLARE SINTOMATICA DEL COLON: OPERAZIONE E RISCHI

In seguito all’intervento per stenosi diverticolare sintomatica del colon il paziente resta in ospedale per almeno una decina di giorni. Si tratta comunque di interventi importanti ma al tempo stesso frequenti, come ribadito a Quotidiano.net anche dal professor Giuseppe Pappalardo, docente di chirurgia generale all’Università La Sapienza di Roma. La prognosi è assolutamente buona se l’intervento non va incontro a complicazioni. Ovviamente però, l’età del paziente aumenta al tempo stesso anche i rischi, come evidenziato dal dottor Renzo Schalling: “Più anziano è il paziente, più ci sono rischi, ma sono eventualmente legati all’anestesia, soprattutto quando fosse generale. Una resezione di un tratto di intestino di per sé è un intervento non particolarmente complesso. Il chirurgo tendenzialmente tenderà ad affrontarlo con la laparoscopia, poi se non ci riesce opterà per un’operazione classica, cioè una laparotomia con taglio dell’addome”.

In merito al rischio di recidive queste possono verificarsi se all’interno dei diverticoli si sviluppa un’infiammazione. “Questa forma si verifica dal 10 al 25% dei casi di diverticolosi e dopo il primo episodio può ricomparire, malgrado la terapia, nel 25% entro i primi 5 anni. Tale evenienza che prende il nome di recidiva varia dal 7 al 42%. Il rischio di ulteriore recidiva dopo il primo ricovero è del 3%. Almeno il 50% di tali recidive si verifica entro il primo anno ed il 90% entro 5 anni”, ha commentato il prof Pappalardo.