Stephan Schmidheiny per omicidio colposo nell’ambito del processo Eternit bis. Per l’imprenditore svizzero, chiamato a rispondere in tribunale di omicidio con dolo eventuale per la morte di 392 persone, la procura aveva chiesto l’ergastolo. I decessi sono legati, secondo l’accusa, al materiale dello stabilimento locale della multinazionale elvetica di sua proprietà.  La Corte d’Assise ha anche deciso l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici per il manager e fissato una provvisionale di oltre 100 milioni di euro. Le cifre maggiori andranno al comune di Casale Monferrrato, con 50 milioni di euro, alla presidenza del Consiglio dei ministri, alla quale saranno diretti 30 milioni.



Il pm Gianfranco Colace, come sottolinea Il Fatto Quotidiano, ha dichiarato oggi: “L’amianto uccide e Stephan Schmidheiny lo sapeva. Tutto quello che doveva essere conosciuto era conosciuto e l’imputato ha agito nel dubbio che accadessero un numero x di eventi dannosi per la salute nella speranza che non accadessero. Se lasciamo parlare la realtà la strada è dritta verso il dolo eventuale. A Stephan Schmidheiny è chiaramente rappresentata la significativa possibilità di verificazione dell’evento concreto e ciononostante si è determinato comunque ad agire anche a costo di causare danni e lesioni. Lo sapeva e ha deciso di andare avanti ugualmente”.



Stephan Schmidheiny condannato anche a Napoli

Schmidheiny nel 2012 era stato condannato dal tribunale di Torino a 16 anni di carcere insieme a Louis de Cartier, imputato insieme a lui per disastro ambientale e omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche negli stabilimenti della multinazionale dell’amianto. La condanna, confermata un anno dopo in appello, vide questa volta interessato solo l’imprenditore svizzero perché il barone morì poco prima. Nel 2016 quel fascicolo fu diviso nell’inchiesta bis della procura di Torino in quattro tronconi in base alla competenza territoriale.



Nella sentenza della Corte d’Assiste di Novara, l’imprenditore è stato chiamato a rispondere delle responsabilità relative ai morti di Casale Monferrato. Le morti a Rubiera e Bagnoli, in Emilia e Campania, dal 2016 sono diventate pertinenza delle autorità giudiziarie locali. A Napoli, il 6 aprile scorso, la Corte di Assise aveva condannato in primo grado Schmidheiny a 3 anni e 6 mesi per l’omicidio colposo di uno degli operai dello stabilimento Eternit di Bagnoli deceduto a causa di prolungata esposizione all’amianto. Per gli altri casi è avvenuta la prescrizione.