MONS. CHOW SAU-YAN SCELTO COME CARDINALE DA PAPA FRANCESCO
Stupore e grande interesse ha suscitato l’annuncio di Papa Francesco sulla nomina di 21 nuovi cardinali nel prossimo Concistoro convocato il 30 settembre 2023, tra i quali spicca il vescovo di Hong Kong mons. Stephen Chow Sau-yan. Nel periodo storico di alta tensione non solo politica ma anche religiosa tra Vaticano, Cina e Hong Kong dopo le politiche di “assimilazione” della ex Città-Stato al regime di Pechino, la nomina a cardinale – il terzo attualmente per Hong Kong dopo Zen e John Tong (entrambi però ultra 80enni) – di Chow rappresenta un’occasione di grande speranza per il dialogo e i rapporti complessi tra Cina e Chiesa Cattolica.
Al di là del sempre valido accordo tra Vaticano e Pechino, sono eventi come la nomina in Concistoro appena annunciata a rappresentare un vero e sincero tentativo di “ponte” per unire mondi altrimenti ancora molto distanti. Secondo il missionario del PIME e sinologo Gianni Criveller – intervenuto su “AsiaNews” l’indomani dell’annuncio di Papa Francesco nell’Angelus domenicale – la notizia «è stata accolta con gioia a Hong Kong ma anche in tante comunità cattoliche della Cina continentale l’annuncio della nomina a cardinale del vescovo Stephen Chow». La diocesi di Hong Kong ha commentato ieri con una breve nota in cui il vescovo Chow chiede ai fedeli «di continuare a pregare per lui e per la diocesi di Hong Kong». Una gioia tra i cattolici che è anche “duplice” nella città sotto l’egida di Pechino: oltre alla prossima nomina da cardinale, il vescovo Chow è stato scelto da Papa Francesco di recente anche tra i membri del Sinodo, nel quale – a differenza di quanto accaduto nel 2018 – nessuno dei vescovi della Cina continentale potrà partecipare ai lavori a Roma.
CHI È IL PROSSIMO CARDINALE STEPHEN CHOW SAU-YAN
Come rileva la biografia del Vaticano in merito alla nomina del prossimo Concistoro, mons. Stephen Chow Sau-yan è nato il 7 agosto 1959 a Hong Kong, con vocazione nata all’interno dei Gesuiti di cui fa parte dal 27 settembre 1984. Dal 1986 al 1988 il prossimo cardinale asiatico ha svolto il noviziato e si è laureato in Filosofia in Irlanda, proseguendo gli studi teologici dal 1988 al 1993 a Hong Kong, dove è stato ordinato sacerdote il 16 luglio 1994: «Alla Loyola University di Chicago ha conseguito un Master in Organizational Development (1993-1995) e alla Harvard University di Boston (2000-2006), dove ha conseguito un Ph.D. in Human Development and Psychology (Ed.D.). Ha pronunciato i voti perpetui il 17 aprile 2007».
Fronte incarichi, il Vaticano ha provveduto ad elencare tutto quanto compiuto e svolto al servizio della Chiesa di Cristo dall’attuale vescovo di Hong Kong: «dal 2007, supervisore di due collegi gesuiti a Hong Kong e Wah Yan, Kowloon; Honorary Assistant Professor presso l’Università di Hong Kong (2008-2015) e Jesuit Trainer (2009-2017); dal 2009, Presidente della Commissione per l’Educazione della Provincia dei Gesuiti in Cina; dal 2012, Professore part-time di Psicologia presso l’Holy Spirit Diocesan Seminary di Hong Kong; dal 2012 al 2014, Membro del Consiglio Presbiterale della Diocesi di Hong Kong; dal 2013 al 2017, Consultore provinciale; dal 2017, Membro del Diocesan Council of Education. Dal 1° gennaio 2018 fino alla sua nomina a Vescovo è stato Provinciale della Provincia cinese della Compagnia di Gesù e dal 2020 Vice-Segretario dell’Associazione dei Superiori Religiosi degli Istituti Maschili di Hong Kong. Nel maggio 2021 è stato nominato Vescovo della Diocesi di Hong Kong (Cina). La Sede era vacante dal 3 gennaio 2019, quando Michael Yeung è morto dopo meno di due anni in carica. È stato consacrato il 4 dicembre 2021. Nell’aprile 2023, Chow ha visitato l’Arcidiocesi di Pechino; ha incontrato il Vescovo Joseph Li Shan, ha visitato diverse chiese e il cimitero di Zhalan dove è conservata la lapide di Matteo Ricci. La sua è stata la prima visita a Pechino di un Vescovo di Hong Kong dal 1985».
VESCOVO DI HONG KONG NOMINATO IN CONCISTORO: LA SCELTA DEL PAPA CHE GUARDA ALLA CINA
Riprendendo l’intervento del missionario Criveller su AsiaNews, la nomina di Chow come cardinale della Chiesa voluta con forza da Papa Francesco rappresenta una «speranza per Hong Kong» e al contempo un «ponte verso la Cina». L’annuncio della nomina a cardinale di Stephen Chow, vescovo di Hong Kong, è importante «perché la città e la diocesi di Hong Kong sono in uno dei momenti più difficili della loro storia. Questa nomina dice dunque che il papa e la Santa Sede sono vicini e attenti al vescovo, alla diocesi e alla gente di Hong Kong», scrive il missionario del PIME.
Se infatti è vero che il Vaticano finora non è mai intervenuto ufficialmente per commentare la soppressione della libertà e democrazia ad Hong Kong dopo il via libera nel 2020 alla “Legge sulla sicurezza nazionale”, le mosse diplomatiche della Chiesa hanno sempre cercato di recuperare un rapporto per evitare di perdere qualsiasi posizione rilevante di dialogo tra Cina e Vaticano: «numerosi tra i leader democratici arrestati sono cattolici impegnati e lo stesso card. Joseph Zen, che ha dato sostegno al movimento per la democrazia, è stato a sua volta arrestato e condannato», scrive Criveller che unisce l’incontro la scorsa Epifania in Vaticano tra Papa Francesco e il cardinal Zen con questa nomina di Chow, «Con questo gesto il papa dice che Hong Kong occupa una posizione importante tra le sue preoccupazioni». Se poi si va a notare la simbologia e i messaggi lanciati dal prossimo cardinale asiatico, si ben capisce l’intento dialogativo e di pace operante in mons. Chow: «Missione della Chiesa è quella di essere un ponte tra le diverse parti per aiutare a incontrarsi percorrendolo», ripete il vescovo Chow. Lo scorso aprile tramite l’Agenzia FIDES era ancora Chow a commentare così la situazione di particolare tensione tra Cina e Hong Kong: «L’amore per il proprio Paese “fa parte degli insegnamenti della Chiesa cattolica, e nella situazione presente vissuta dai cattolici nella Cina continentale e a Hong Kong è appropriato e conveniente pregare che lo Spirito Santo ci insegni ad amare il nostro Paese e la nostra Chiesa allo stesso tempo». Il recente viaggio a Pechino del prossimo cardinal Chow, in questo senso, è stata una prima pietra per costruire tale “ponte”: «Ciò che molti di noi hanno sperimentato sul fronte socio-politico nell’ultimo decennio ha reso ancor più difficile il passaggio. Credo che i nostri governi, il governo cinese e quello di Hong Kong, debbano esserne ben consapevoli. Abbiamo davvero bisogno che lo Spirito Santo ci insegni ad amare il nostro Paese e la nostra Chiesa allo stesso tempo».