Siamo ancora nell’8 gennaio, dunque ancora in tempo a celebrare, come Google, l’80esimo anniversario della nascita di Stephen Hawking. Continuiamo nel solco di quanto fatto nelle scorse ore, offrendo il giusto spazio alle sue citazioni più belle. Ci ha molto colpiti una frase sintetica, ma capace di riassumere la “mission” dello scienziato perfettamente: “Il mio obiettivo è semplice. È una comprensione completa dell’universo, perché è così com’è e perché esiste”. Questa battuta è talmente chiara da far sembrare per un momento tutto molto semplice: fortunatamente siamo consapevoli dei nostri limiti e della complessità della materia di cui stiamo parlando. Ci limitiamo a fare il resoconto di questa vita straordinaria attraverso un computer. Abbiamo detto computer? Dobbiamo giocoforza chiudere con questa citazione, alquanto triste, di Hawking: “Non c’è paradiso né aldilà per i computer rotti. È una fiaba per persone che hanno paura del buio”. (agg. di Dario D’Angelo)
STEPHEN HAWKING, VERO EREDE DI GALILEO?
Prosegue il nostro viaggio tra le citazioni celebri di Stephen Hawking. Nel giorno in cui Google lo omaggia con un doodle nell’80esimo anniversario dalla nascita pensiamo sia il modo migliore per dare lustro a questa figura così importante nella storia della fisica teorica e non solo. Molto bella questa frase, perché descrive perfettamente lo sguardo di Stephen Hawking sull’umanità e sull’universo: “Siamo solo una razza avanzata di scimmie su un pianeta minore di una stella molto media. Ma possiamo capire l’universo. Questo ci rende qualcosa di molto speciale”. Curiosa invece quest’altra frase avente come protagonista Galileo Galilei: “Sono nato l’8 gennaio 1942, esattamente trecento anni dopo la morte di Galileo. Stimo però che quello stesso giorno devono essere nati circa duecentomila altri bambini. Non so se qualcuno di loro abbia in seguito manifestato un qualche interesse per l’astronomia”. Era lui il vero “erede” di Galileo? (agg. di Dario D’Angelo)
STEPHEN HAWKING, QUANDO SCOMMISE (E PERSE) SUL BOSONE DI HIGGS
Non esiste giorno migliore di quello in cui Google dedica il suo doodle a Stephen Hawking per riproporre alcune delle sue citazioni più celebri. Ha il potere di ispirare e di motivare ad esempio questa sua battuta passata alla storia: “Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi”. Emblematica del personaggio, della sua infinita curiosità, questa frase dedicata al “bosone di Higgs“: “Credo che sarebbe più eccitante se non lo trovassimo, il bosone di Higgs. Dimostrerebbe che c’è qualcosa di sbagliato nelle nostre idee e che dobbiamo pensare di più per trovare altre spiegazioni”. Come andò a finire? Ce lo svela quest’altra sua battuta: “Avevo scommesso con Gordon Kane dell’Università del Michigan che il bosone di Higgs non sarebbe stato trovato. Sembra proprio che io abbia appena perso 100 dollari”. (agg. di Dario D’Angelo)
STEPHEN HAWKING, TRA I 10 PIÙ INTELLIGENTI AL MONDO
Stephen Hawking, immensa figura celebrata oggi da Google con un Doodle esclusivo, è considerato una delle persone più intelligenti di sempre. Secondo una classifica stilata con protagonisti i geni che hanno popolato il nostro mondo, il fisico e matematico si colloca precisamente al decimo posto, avendo avuto un QI pari a 160. Per chi non avesse mai sentito questi numeri, una persona ritenuta “normale” ha un quoziente d’intelligenza pari a 100, mentre dai 160 circa in su si è considerati dei veri e propri geni.
Lo stesso quoziente, o forse qualcosina di più, viene associato ad un altro grande genio come Albert Einstein, fisico tedesco autore della teoria della relatività. In realtà lo stesso genio non si sottopose mai al test del QI ma secondo gli esperti il suo quoziente oscillava fra i 160 e i 190. Ma chi è il più intelligente di tutti i tempi? Gli esperti sono concordi nell’indicare tale William James Sidis, con un quoziente compreso fra i 250 e i 300. Nato nel 1898, si iscrisse alla prestigiosa università di Harvard già a 11 anni. Dopo la laurea divenne insegnante, ma gli studenti erano molto più “vecchi” di lui. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
STEPHEN HAWKING, CHI È, DAL SINTETIZZATORE AD ACAT: COME FUNZIONAVA LA SUA SEDIA
L’astrofisico Stephen Hawking, protagonista del doodle di oggi, noto per i suoi studi sui buchi neri, la cosmologia quantistica e l’origine dell’universo, era quasi del tutto immobilizzato a causa di un’atrofia muscolare progressiva, una sindrome correlata alla Sla che gli fu diagnosticata quando era adolescente. Fino al 1985 era ancora in grado di parlare, poi fu colpito da una grave forma di polmonite e per una tracheotomia perse l’uso delle corde vocali. Da quel momento cominciò a comunicare digitando le lettere sulla tastiera, mentre un sintetizzatore vocale leggeva quello che scriveva. Ma a causa dell’aggravarsi della malattia, perse anche l’uso delle dita, quindi trovò un nuovo metodo per comunicare, l’Acat (Assistive Context-Aware Toolkit), grazie all’aiuto dell’Intel.
Si tratta di un sistema informatico basato sul movimento del muscolo della guancia, l’unico che Stephen Hawking era in grado di controllare. Un sensore a infrarossi montato sulla lente degli occhiali codificava il movimento della guancia, con cui sceglieva le lettere che un software mostrava sullo schermo. Il tablet era montato su un braccio attaccato alla sedia e veniva caricato dall’energia delle batterie di quest’ultima. (agg. di Silvana Palazzo)
STEPHEN HAWKING, CHI È? LA SUA CRITICA ALLA MECCANICA QUANTISTICA DI ALBERT EINSTEIN
Continuiamo il nostro affascinante viaggio alla scoperta di Stephen Hawking, accademico, fisico, matematico e in generale fra i più autorevoli divulgatori scientifici mai esistiti, a cui oggi Google ha dedicato un Doodle davvero spettacolare, fra i più belli di sempre. Anche in questo focus ci concentriamo su alcune citazioni storiche del mitico Stephen Hawking, come quando ‘criticò’ la meccanica quantistica di Albert Einstein. In quell’occasione spiegò: “Einstein sbagliò quando disse: “Dio non gioca a dadi”. La considerazione dei buchi neri suggerisce infatti non solo che Dio gioca a dadi, ma che a volte ci confonda gettandoli dove non li si può vedere”.
Stephen Hawking ne aveva anche per alcuni suoi colleghi: “Fino a oggi la maggior parte degli scienziati è stata troppo occupata nello sviluppo di nuove teorie che descrivono che cosa sia l’universo per porsi la domanda perché?”. E ancora: “Siamo noi a creare la storia con la nostra osservazione, e non la storia a creare noi”. E tornando al discorso di Dio un giorno disse: “L’universo può crearsi dal nulla sulla base delle leggi della fisica. Non è necessario appellarsi a Dio per accendere la miccia e mettere in moto il processo”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
STEPHEN HAWKING, CHI È E L’ALTRA VITA NELL’UNIVERSO
Stephen Hawking, l’immenso genio celebrato oggi da Google con uno spettacolare Doodle animato per i suoi 80 anni, ha sempre creduto, fino all’ultimo giorno di vita, che l’universo forse popolato da altre creature e che di conseguenza gli uomini non fossero gli unici abitanti di questo gigantesco spazio in cui viviamo. Più volte Stephen Hawking ha esternato la sua teoria sull’esistenza di altra vita oltre la Terra, come quando disse: “In un universo infinito, deve esserci altra vita. Non vi è dubbio più grande. E’ tempo di impegnarsi per trovare una risposta”.
In altre occasioni, Stephen Hawking si è soffermato sull’invogliare la gente a concentrarsi sul perchè dell’universo, dello spazio, della vita, del sole e delle stelle: “Noi viviamo la nostra vita quotidiana senza comprendere quasi nulla del mondo – disse, altro passaggio spesso e volentieri citato – ci diamo poco pensiero del meccanismo che genera la luce del Sole, dalla quale dipende la vita, della gravità che ci lega a una Terra che ci proietterebbe altrimenti nello spazio in conseguenza del suo moto di rotazione, o degli atomi da cui siamo composti e dalla cui stabilità fondamentalmente dipendiamo”. Secondo Stephen Hawking soltanto pochissimi di noi, si domandano come mai la natura è così come la vediamo, e nel contempo, da dove derivi il cosmo, o se magari “un giorno il tempo comincerà a scorrere all’indietro e gli effetti precederanno le cause; o se ci siano limiti ultimi a ciò che gli esseri umani possono conoscere”. Tutte domande, a cui purtroppo, non abbiamo ancora una risposta. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
STEPHEN HAWKING DICEVA: “NEMICO DELLA CONOSCENZA? ILLUSIONE DI CONOSCERE”
Google celebra oggi gli 80 anni dell’immenso Stephen Hawking, fisico e matematico accademico fra i più autorevoli al mondo. Ha dedicato la sua vita, falcidiata da una gravissima malattia, la MND, che l’ha costretto a lungo sulla sedia a rotelle, allo studio dell’universo, e nel corso della sua esistenza ha regalato delle vere e proprie perle di saggezza come ad esempio: “Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscenza”. Ma anche: “Confinare la nostra attenzione alle questioni terrestri significherebbe limitare lo spirito umano”.
Stephen Hawking metteva in qualche modo in dubbio le origini della Terra legate a Dio, dicendo: “Servirsi di Dio come di una risposta alla domanda sull’origine delle leggi equivale semplicemente a sostituire un mistero con un altro”. E ancora: “Il mio obiettivo è semplice. È la completa comprensione dell’universo, perché è fatto così com’è e perché in effetti esiste”. Fra le tante massime di Stepehan Hawking anche una che si sposa perfettamente con le sue condizioni di vita di cui sopra: “È quando le aspettative sono ridotte a zero che si apprezza veramente ciò che si ha”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
STEPHEN HAWKING, CHI È? HA STUDIATO BUCHI NERI E BIG BANG
Stephen Hawking è il protagonista del Doodle di Google di oggi, sabato 8 gennaio 2022. L’astrofisico, cosmologo e teorico inglese avrebbe celebrato il suo ottantesimo compleanno proprio nella data odierna. Dai buchi neri al Big Bang, le sue teorie sulle origini e la meccanica dell’universo hanno rivoluzionato la fisica moderna, mentre i suoi libri best-seller hanno reso il campo ampiamente accessibile a milioni di lettori in tutto il pianeta. Lo studioso nacque nel 1942 a Oxford, in Inghilterra. Affascinato dal funzionamento dell’universo fin dalla giovane età, la sua curiosità e il suo intelletto gli valsero il soprannome di “Einstein”.
Dopo una diagnosi di una malattia neurodegenerativa a 21 anni, la musica del compositore Richard Wagner e l’amorevole sostegno della sua futura moglie Jane Wilde motivarono Stephen Hawking a dedicarsi alla fisica, alla matematica e alla cosmologia. Nel 1965, poi, discusse la sua tesi di dottorato all’Università di Cambridge, “Proprietà degli universi in espansione”, che presentava la teoria rivoluzionaria che lo spazio e il tempo hanno avuto origine da una singolarità, un punto infinitamente piccolo e denso, meglio conosciuto oggi come la caratteristica chiave dei buchi neri.
STEPHEN HAWKING: LA SCOPERTA DEL 1974 CHE HA RIVOLUZIONATO IL CAMPO DELL’ASTROFISICA
Proprio in quello stesso anno, Stephen Hawking fu accettato come ricercatore al Gonville and Caius College di Cambridge, la sua casa accademica in cui trascorse la sua vita all’insegna della ricerca. L’ossessione di Hawking per i buchi neri lo portò a scoprire nel 1974 che le particelle potevano sfuggire a questi ultimi. Questa teoria, chiamata radiazione di Hawking, è ampiamente considerata il suo più importante contributo alla fisica. Nel 1979, il lavoro rivoluzionario di Hawking sui buchi neri spinse Cambridge a nominarlo professore lucasiano di matematica, una posizione ricoperta da Isaac Newton nel 1669.
La tesi di dottorato di Stephen Hawking è stata resa pubblica nel 2017 su un sito web dell’Università di Cambridge, che si è bloccato a causa dell’enorme quantità di traffico. Un vero e proprio innovatore il cui impatto a livello astronomico ha cambiato il modo in cui il mondo comprende l’universo.
STEPHEN HAWKING E IL PREMIO NOBEL MAI VINTO
Incredibilmente, Stephen Hawking, nonostante le sue scoperte prodigiose in termini di astronomia, nel corso della sua straordinaria carriera non ha mai conquistato il Premio Nobel. Come si può apprendere scorrendo rapidamente il suo palmarès, lo scienziato britannico ha collezionato un numero incredibile di riconoscimenti, venendo nominato, tra le altre cose, membro della Royal Society (da cui ha ricevuto le medaglie Hughes e Cople) e della Royal Society of Arts. Inoltre, nel 1986 è stato ammesso all’interno del novero ristretto della Pontificia Accademia delle Scienze.
Nel 2009, invece, Barack Obama ha consegnato a Stephen Hawking la Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza degli Stati Uniti d’America. Niente Premio Nobel, però, che, per un amaro scherzo del destino, nel 2020 è stato assegnato proprio per la scoperta dei buchi neri: “Se Stephen Hawking fosse stato ancora in vita, sicuramente avrebbe diviso il Nobel per la Fisica 2020 con il suo insegnante e amico Roger Penrose”, ha asserito Gabriele Ghisellini, dell’Osservatorio di Brera dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).