E’ stato uno dei più grandi scienziati della nostra epoca e oggi la sua assenza si fa sentire nel mondo accademico. Parliamo di Stephen Hawking, uno dei più autorevoli fisici teorici al mondo, celebre soprattutto per le sue ricerche sui buchi neri, sulla cosmologia quantistica e sull’origine dell’universo. Nel corso della sua vita è diventato un simbolo per il suo impegno accademico e nella ricerca malgrado la sua malattia. All’inizio degli anni sessanta, infatti, gli fu diagnosticata una malattia degenerativa che comprometteva le normali funzioni di controllo della contrazione muscolare.



Si pensò subito alla sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una malattia che lo avrebbe costretto sulla sedia a rotelle per gran parte della sua vita. All’epoca i dottori gli dissero che difficilmente sarebbe riuscito a sopravvivere per più di due anni e gli annunciarono che non sarebbe arrivato nemmeno a trent’anni. Nonostante la malattia, Stephen Hawking ha proseguito il suo percorso nella ricerca, prestando servizio anche alla Casa Bianca durante l’era Clinton.



Stephen Hawking: le scoperte, la malattia e la vita privata…

Una mente geniale, una personalità riconosciuta a livello mondiale, Stephen Hawking ha contribuito assieme ad altri scienziati alla realizzazione di numerose teorie fisiche e astronomiche: il multiverso, la formazione ed evoluzione galattica e l’inflazione cosmica. Tutte teorie spiegate con un linguaggio semplice grazie a testi di divulgazione scientifica rivolti ad un pubblico ampio.

Per quanto concerne la vita privata sposò Jane Wilde, con la quale diventò padre di tre figli. La loro storia però si interruppe nel 1991, mentre della sua gioventù ne parlò soprattutto nel film “La teoria del tutto”, diretto da James Marsh. Ad interpretare il celebre scienziato, morto all’età di settantasei anni nel 2018, fu Eddie Redmayne che ottenne l’Oscar come migliore attore protagonista.