Stephen King, celebre e apprezzatissimo autore, con all’attivo quasi una 60ina di romanzi e più di 200 racconti pubblicati in diverse antologie, ha recentemente pubblicato un intervento sulla rivista The Atlantic, in cui ha parlato delle IA (le intelligenze artificiali) e del futuro che l’umanità dovrebbe attendersi dalla diffusione di questa particolare tecnologia. Molti, infatti, credono che le IA in futuro potrebbero sostituire i creativi di ogni genere, mentre altri vedono con occhio molto più critico gli algoritmi generativi, sostenendo che mancherà sempre una certa sensibilità esclusivamente umana alle macchine. Ipotesi, quest’ultima, condivisa anche da Stephen King, che però guardando avanti nel futuro non ha alcuna certezza concreta.



Stephen King: “Alle IA manca la creatività umana… Per ora”

Stephen King apre subito il suo ragionamento sulle IA con una fondamentale domanda: “può la macchina che legge imparare a scrivere?“. La risposta, secondo il famoso autore, deve fare un passo indietro, e se “non puoi imparare a scrivere se non sei un lettore e se non leggi molto”, per una macchina occorre chiedersi “se ottieni una somma maggiore delle parti” dei romanzi con cui la addestri, tra i quali recentemente è emerso anche che sono stati usati anche gli scritti del re dell’horror, oppure un romanzo realmente strutturato.



“Finora la risposta è no”, sostiene perentorio Stephen King, smentendo l’idea che le IA possano fare un lavoro effettivamente creativo, e avallando quella che facciano una sorta di bricolage. Passando ad un esempio personale per spiegare il suo punto, racconta che recentemente, mentre scriveva il suo nuovo romanzo, ad un certo punto ha inserito, senza preventivarla, una scena in cui il killer, sparando ad una vittima, scopre che il proiettile non è uscito dal cranio ma ha lasciato un rigonfiamento che sarà centrale nella trama. “Potrebbe una macchina creare quel rigonfiamento?”, chiede Stephen King, “direi di no, ma devo, con riluttanza, aggiungere: non ancora“. Secondo l’autore, infatti, “la creatività non può esistere senza la sensibilità”, ma se sono vere le dichiarazioni per cui alcune IA stanno iniziando a diventare senzienti “in futuro, allora, la creatività potrebbe essere possibile“.

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