Linea dura di Sterilgarda sul Green pass. Chi non si vaccina contro il Covid potrebbe essere spostato ad un’altra mansione per escludere contatti con altri dipendenti. Se però il cambio di mansione non fosse possibile, allora il lavoratore verrebbe mandato a casa e resterebbe senza stipendio. La grande azienda alimentare, quarto produttore di latte in Italia, di Castiglione delle Stiviere ha circa 350 lavoratori. Con loro ha deciso di usare il pugno di ferro per quanto riguarda le vaccinazioni. Si tratta di una decisione che il presidente del consiglio di amministrazione Fernando Sarzi ha comunicato a tutti i dipendenti e ai fornitori tramite una nota con cui ha chiarito che l’obiettivo è escludere rischi di contagio tra dipendenti.



Il rischio è di restare fuori dalla Sterilgarda senza stipendio, ma non licenziati, se non ci si vaccina, perché nel comunicato l’azienda spiega che se non si può cambiare mansione, «il lavoratore non verrà ammesso in azienda con sospensione della retribuzione sino alla ripresa dell’attività lavorativa». Questa forte presa di posizione sta facendo discutere da quando la comunicazione è diventata di dominio pubblico.



STERILGARDA, SCOPPIA CAOS GREEN PASS

A insorgere in primis i no vax e no green pass. Ma Sterilgarda, attraverso il proprio team legale, ha spiegato che al momento sono in corso delle valutazioni per capire come procedere per «salvaguardare il diritto al lavoro e il diritto alla salute, che sono diritti di tutti», in un momento della pandemia Covid in cui i contagi sono in ripresa ma viene offerta a tutti la possibilità di ricevere il vaccino. Un legale dell’azienda, come riportato dal Corriere della Sera, ha chiarito che «non è detto che si debba effettivamente arrivare alla sospensione dal lavoro, ma è una delle opzioni che sono sul tavolo e che verranno prese in considerazione prima di settembre, alla ripresa del lavoro dopo le ferie». Prima di diffondere tale comunicato ai dipendenti, Sterilgarda aveva aperto un dialogo con la rappresentanza sindacale unitaria interna al gruppo e col medico di lavoro che segue la società per trovare la soluzione più idonea. La società nella lettera ai dipendenti spiega di credere che i vaccini siano fondamentali per evitare nuove restrizioni e che quindi tra i suoi obblighi c0è quello di garantire la sicurezza sul posto di lavoro.



«Tutelare l’azienda dai rischi biologici rientra tra gli obblighi del datore in tema di sicurezza sul posto di lavoro. La normativa in vigore prevede già, per molte categorie di lavoratori, la somministrazione obbligatoria di vaccini quali quello contro il tetano, contro l’epatite B o il vaccino antitubercolare», scrive Sterilgarda nella lettera ai dipendenti. Ma la vaccinazione è ritenuta dall’azienda anche «uno strumento etico di rispetto e tutela dei lavoratori e delle loro famiglie, oltre che di tutti coloro che si trovano a dover già convivere con situazioni patologiche incompatibili con la somministrazione del vaccino, rimanendo pertanto soggetti esposti al contagio in ambiente lavorativo». Da qui la decisione di fissare queste nuove condizioni che hanno fatto discutere.

LA PRECISAZIONE DI STERILGARDA

In virtù delle polemiche scoppiate, è stato poi diffuso un comunicato. «Alla luce delle reazioni anche scomposte e aggressive di alcuni soggetti che hanno ritenuto di commentare l’informativa di ieri della nostra Azienda, con la presente si precisa che Sterilgarda è fortemente rammaricata del travisamento delle proprie intenzioni. In nessuna parte del testo si è mai minacciato di licenziare alcuno. Abbiamo fatto presente che il diritto alla salute dei dipendenti e delle loro famiglie deve essere salvaguardato al pari del diritto al lavoro di ognuno». Sterilgarda dunque ha ribadito che è stato «avviato un tavolo di discussione al riguardo con le RSU aziendali e con il medico del lavoro proprio per valutare meglio, con tutti gli interessati, il miglior percorso da intraprendere, perché NESSUNO debba subire un abuso o una lesione. Come in ogni famiglia, perché è questo il legame che Sterilgarda sente nei confronti dei propri dipendenti, è necessario raggiungere un equo contemperamento con un occhio di riguardo alle fragilità». Nel frattempo si attende «che il Governo e le parti sociali prospettino una soluzione concordata che la nostra Società, come fatto sinora, si adopererà immediatamente ad applicare». Quindi, la società conclude: «Sterilgarda, in cinquantratré anni di attività, ha dimostrato fattivamente e non a parole di avere a cuore i propri dipendenti e le loro famiglie. Anni di coerenza che parlano più di molte parole».